All’Ilva arriva il commissario Bondi, Vendola ha subito da ridire: «Una scelta che lascia l’amaro in bocca»

4 Giu 2013 12:01 - di

Arriva un decreto legge per il commissariamento temporaneo dell’Ilva, che consentirà di gestire l’azienda attuando l’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia). Ne ha dato l’annuncio in Parlamento il ministro allo Sviluppo economico Flavio Zanonato, il quale ha spiegato che chi determina l’allarme ambientale non può risanare; inoltre ha precisato che il provvedimento prevede la sospensione degli organi societari in questa fase di gestione eccezionale e straordinaria. L’eventuale chiusura dell’Ilva – ha sottolineato il ministro – avrebbe un impatto economico negativo per 8 miliardi all’anno. Il Consiglio dei ministri proprio oggi ha nominato commissario per il risanamento dell’Imva Enrico Bondi, già nel governo Monti con incarichi legati alla spending review. Una decisione su cui il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha immediatamente espresso forti riserve: «Il Commissariamento dell’Ilva, per come annunciato dal governo, è un risultato importante ma lascia l’amaro in bocca la scelta di nominare nel delicato ruolo di Commissario il dott.Enrico Bondi che è attualmente Amministratore delegato dell’azienda nominato dalla famiglia Riva».

Quanto alla durata del commissariamento, il ministro Zanonato si è limitato a dire che «sarà collegata al raggiungimento degli obiettivi». Spiegando i motivi che hanno portato alla decisione di procedere con un commissario a tempo – ha osservato Zanonato – «gli investimenti, pur realizzati in questi anni, non sono stati sufficienti a riequilibrare il rapporto tra produzione, salute e ambiente», dato che «molte disposizioni sono state totalmente o parzialmente disattese dall’azienda». Quanto ai rapporti con la magistratura – ha aggiunto – questa va considerata «una realtà amica, non avversa, che aiuta a governare nel migliore dei modi. Quando i giudici hanno delle preoccupazioni e le scrivono nei loro atti – ha aggiunto – bisogna rispettarli, perché le sentenze riassumono i giudizi e le preoccupazioni, poi il governo opera e agisce».

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