Marò, dal ministro indiano solo vaghe rassicurazioni mentre il silenzio è calato sui due marinai

11 Giu 2013 19:32 - di Giovanni Trotta

Nel silenzio totale dei media e del governo italiano, prosegue l’inconcepibile vicenda dei marò. Si è appreso oggi che ieri sera l’inviato speciale del governo italiano Staffan de Mistura ha incontrato a New Delhi il ministro indiano degli Esteri Salman Khurshid per discussioni sul caso dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone accusati di omicidio. Lo ha detto il portavoce indiano Syed Akbaruddin rispondendo a una domanda dell’italiana Ansa durante un incontro con la stampa. Il ministro Khurshid ha incontrato De Mistura prima di partire per la Norvegia per fare un punto sugli sviluppi della situazione dopo l’ultimo incontro di un mese fa. «Come sapete, é desiderio del governo italiano che i due militari abbiamo un processo rapido», ha aggiunto il portavoce, e il ministro Khurshid ha spiegato la situazione in base a quanto lui stesso ha appreso per quanto riguarda il procedimento giudiziario. A un’ulteriore richiesta dell’Ansa di chiarimento sui progressi fatti dalle due diplomazie negli ultimi tre mesi di lavoro, Akbaruddin ha ricordato che «si tratta di un caso senza precedenti e che rappresenta una novità sia per l’India che per l’Italia. Stiamo lavorando insieme come Paesi amici per cercare una soluzione suis generis accettabile a entrambi». Il portavoce ha poi sottolineato che «il potere esecutivo in India ha un ruolo limitato nelle vicende giudiziarie e che é stato reiterato l’impegno di mettere questo caso davanti alla giustizia il più velocemente possibile perché non vogliamo che sia un ostacolo nei rapporti tra due nazioni che godono di relazioni eccellenti». È sempre il “metodo indiano” di tirarla per le lunghe per non dire mai di no senza dire di sì che sta trionfando dal febbraio del 2012, quando i nostri due marò, la cui colpevolezza non è stata appurata ancora da nessuno, si trovano forzosamente in India. In occasione della festa della Marina, ieri, i due marò hanno scritto una lettera al capo di Stato maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi: «In questo lungo periodo trascorso in India, tanti bocconi amari abbiamo dovuto e stiamo ancora ingoiando, ma, con dignità e fierezza continueremo ad andare avanti finché Dio forza ci darà, rispettando questo Paese e dimostrando la nostra innocenza», hanno scritto tra l’altro Latorre e Girone, che nella missiva hanno voluto salutare con particolare calore «tutti i nostri fratelli della Brigata San Marco, di cui sentiamo fortemente la mancanza», oltre ovviamente alle loro «care ed amate famiglie». «Questo è il secondo anno – aggiungono i due – che ci vede trattenuti ingiustamente in India, ma ciò non può toglierci la libertà di gioire e di sentire ancor più forte la fierezza dell’appartenenza alla Marina Militare Italiana, alle Forze Armate italiane, e l’essere italiani. Il nostro sangue è Tricolore».

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