Lo tsunami ora investe Grillo. I parlamentari sono in ebollizione sul caso Gambaro: “Sì alla libertà di parola!”

15 Giu 2013 11:45 - di Antonella Ambrosioni

Brutta aria per Grillo. Le avvisaglie di tsunami scissionista si infittiscono all’orizzonte del Movimento 5 Stelle. «Se la cacciano me ne vado anch’io» è il mantra di questi giorni, a cui si aggiungono ora dopo ora altri grillini. «Nessuna espulsione per la senatrice Gambaro, «manca l’oggetto del contendere», «la libertà di parola c’é ancora, no?», polemizza in un’intervista al Corriere della Sera la senatrice Alessandra Bencini. «È vero che va esercitata preferibilmente all’interno del gruppo – spiega -, ma è anche vero che abbiamo una Costituzione. E il fatto che l’Adele abbia parlato ai media non significa che si sia messa fuori dal gruppo». La cosa non è piaciuta a Grillo, ma la Bencini è drastica. «Il nostro megafono – dice – anzi, il nostro detonatore fuori campo. Avrei preferito che anche lui venisse a parlare al gruppo invece di scrivere sul blog. Ha fatto come la Gambaro, no?». Se si arrivasse al voto, confida «nell’intelligenza collettiva». Altrimenti «faremo due calcoli. Se ci sono i due terzi, la decisione ha valore, altrimenti no. Vorrà dire che usciremo prima del voto».

Quanto alla “bomba” del giorno, la «compravendita» di deputati e senatori 5 stelle di cui parla Nuti, la Bencini è chiara: «Se fa nomi cognomi e indirizzi bene. Altrimenti spara gratis e questa diventa solo cialtroneria. Adduce colpe tanto per colpire a caso». Il metodo Grillo -processo sommario sul blog ed epurazione- piace sempre meno. «Sostenere Adele non significa mettersi contro Grillo», dice al Messaggero la senatrice M5S Serenella Fucksia, sottolineando che «non ci sono le condizioni per espellere nessuno. Anzi. Mi piacerebbe buttare dentro qualcuno, magari del Pd, e veder crescere il nostro gruppo». Nuti parla di compravendita? «Non esiste una cosa del genere e non capisco perché la dice. Vorrei che parlasse di politica», dice aggiungendo, come la collega, che «se conosce i nomi, li faccia. Certe cose non si dicono a metà. A quanto mi risulta siamo tutti con Adele», argomenta. «Il gruppo al Senato è unito. Magari alla Camera sono più giovani e gli piace fare strani giochetti. Tra noi e loro c’é un problema di comunicazione».

Va ancora oltre la terza “Erinni” anti-Grillo, il deputato M5S Paola Pinna, ventilando di essere pronta a formare un gruppo autonomo. «Le persone hanno il diritto costituzionale di manifestare il proprio pensiero. Ma non si può eliminare il dibattito per cancellare il problema. E il problema c’é», esplicita alla Stampa, sottolineando che «se si rendesse necessario» lei sarebbe pronta ad entrare in un nuovo gruppo parlamentare. «Se tra di noi non riusciamo a discutere in modo costruttivo – spiega -, è giusto costituire un’altra casa». Dei post di Grillo sul blog non condivide «le evocazioni di immagini di morte, decomposizione, vuoto: incutono un senso di frustrazione e sconfitta» che inquinano l’atmosfera. Tra i 5 Stelle, dice, c’é un clima «di sospetto. Di controllo dell’attività degli altri. Avverto forte il rischio di una «dittatura della maggioranza». La deputata immaginava per il M5S «un confronto con altre forze per portare nel Palazzo il nostro modo di vedere la politica. Dovevamo essere un virus buono, costruttivo». Oggi il quadro è completamente rovesciato, le diagnosi degli stessi esponenti del movimento esplicitano impietosamente tutte le riserve espresse in questi mesi. Tra l’altro, proprio in queste ore i parlamentari dissidenti starebbero limando lo statuto di un nuovo gruppo. Si tratta di poche righe con le quali sottolineano che intendono dare continuità al progetto del M5S ma – viene spiegato – «con maggiore attenzione alla gestione della democrazia interna». Lo scopo ora è raggiunge l’adesione di almeno 20 colleghi (numero minimo per la formazione di un gruppo parlamentare alla Camera). I tempi stringono. Lunedì, c’é l’assemblea congiunta con i senatori che potrebbe sancire l’avvio della procedura di espulsione della  Gambaro. In quella occasione, se la procedura non verrà sospesa, il nuovo gruppo potrebbe uscire definitivamente allo scoperto.

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