Lo scoop del “New York Times”: «Non solo cellulari e web, il governo scheda pure il Dna degli americani»

13 Giu 2013 16:36 - di Redazione

Non solo spiati su telefono e web. Centinaia di migliaia di americani sospettati di attività criminali o sovversive – ma anche innocenti vittime di reati – rischiano di essere “schedati” a vita, col loro Dna conservato presso i laboratori di decine di agenzie locali di polizia. E in molti senza neanche saperlo. E’ l’allarme del New York Times. Secondo il Times, mentre fino a poco tempo fa la raccolta del Dna era praticamente competenza esclusiva dell’Fbi, ora un crescente numero di agenzie di polizia in giro per gli Stati Uniti – molte mettendo insieme i propri dati – stanno raccogliendo e inserendo in database campioni di Dna di migliaia di persone, forti di una recente sentenza della Corte Suprema che sostiene questa pratica, anche se solo per le persone arrestate per gravi reati. Una tendenza – scrive il quotidiano – che suscita non poca preoccupazione in un momento in cui in America si discute tanto di privacy violata. Il Nyt sottolinea come spesso questa pratica di raccolta del Dna non riguardi solo pregiudicati o persone arrestate e accusate di crimini, ma anche molte persone innocenti vittime di reati, il cui Dna viene comunque conservato. Spesso, denuncia ancora il quotidiano, il Dna viene fornito da alcuni imputati nell’ambito di un patteggiamento della pena o in cambio di uno sconto sul fronte dei capi di accusa e della condanna.

Intanto tiene banco la fuga della talpa dei servizi segreti Usa, Snowden, che ha rivelato come i computer cinesi siano sotto controllo da diversi anni dagli hacker del governo americano. Secono il quotidiano cinese China Daily gli Usa «per mesi hanno accusato la Cina di spionaggio cibernetico. Ora emerge che la principale minaccia per la privacy e per la libertà individuale negli Usa è il potere incontrollato del governo». Lo studioso Zhang Tousheng della China Foundation International and Strategic Studies, sostiene che «Pechino e Washington, invece di criticarsi l’una con l’altra nascondendo i loro veri problemi, dovrebbero lavorare per garantire che esistano una serie di regole e che vengano rispettate».

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