In bilico il talk show di Paragone: il conduttore-rocker sedotto da Grillo. Ma la Rai nega

22 Giu 2013 12:50 - di Redazione

Si deciderà nelle prossime ore la sorte televisiva di Gianluigi Paragone, un passato da direttore della Padania  finito nel dimenticatoio e un presente da conduttore rockettaro de l‘Ultima Parola su Rai2.  Dopo le voci sulla possibile cancellazione o cambio di segno del talk show che non piace ai piani alti di Viale Mazzini, arriva la smentita semi-ufficiale. La trasmissione compare nalle anticipazioni dei palinsesti autunnali  che verranno presentati lunedì a Milano, ma potrebbe essere svuotata della vocazione politica. In pratica al conduttore-chitarrista sedotto dal verbo grillino sarebbe stato espressamente chiesto di non occuparsi del Palazzo e di pensare ad altro. Una scelta che il direttore generale Gubitosi avrebbe affidato al responsabile di rete, Angelo Teodoli.

Il primo a dare la notizia delle difficoltà del conduttore-batterista è stato il sito del Fatto quotidiano che ha illustrato anche l’ipotesi di un piano B allo studio della Rai,  che avrebbe pensato di “consolare” il giornalista affidandogli un programma di costume e tendenza, oppure musicale. Troppo lo spazio dato negli ultimi mesi al Movimento 5 Stelle, immancabili le ospitate di Claudio Messora (il consulente per la comunicazione dei grillini) e di Loretta Napoleoni, economista molto sintonizzata sulle onde del leader pentastellato. Per non essere colto impreparato, Paragone ha iniziato a raccogliere la solidarietà su Twitter ringraziando di volta in volta i fan.

Sotto i riflettori anche la trasformazione “stilistica” del giornalista ex leghista: da compassato conduttore televisivo in giacca e cravatta a rocker. Chitarra a tracolla, l’orecchino al lobo, il giubbotto di pelle alla Fonzie (di recente copiato anche da  Renzi) ha sperimentato la strada dell’editoriale in musica incentrato contro la casta. Ma non chiamatelo salto della quaglia perché – si difende – «la Lega la abbracciai proprio perché era un movimento antipolitico, ma non ho mai preso la tessera».

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