Il Pd tenta il bluff sull’Iva: un rinvio e poi si vede. Il Pdl: niente scherzi, i patti sono chiari

25 Giu 2013 19:51 - di Antonio La Caria

«In Consiglio dei ministri al 99,9% ci sarà il rinvio dell’Iva, di tre mesi, fino a settembre, e nel frattempo si lavora per ristrutturare tutto il sistema delle aliquote». A svelare gli intendimenti del governo è stato il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio, nel corso di un videoforum a Repubblica.it. Al giornalista che lo intervistava, il ministro ha affermato che nell’esecutivo «il clima è tranquillo e orientato agli obiettivi». Ma l’ipotesi ventilata da Delrio sa di beffa. «Non basta il piccolo cabotaggio – avverte Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera –  serve uno choc fiscale, una frustata positiva, una scossa che rimetta in moto l’economia italiana.  O c’è questo – afferma il parlamentare del Pdl – oppure siamo destinati  ad avvitarci ulteriormente in una recessione  devastante». Situazione che, secondo Capezzone, «alla luce di quanto si legge sui giornali (ipotesi di sospensione dell’Iva per tre mesi, aspettando Godot), qualcuno nel governo non ha compreso. Non si tratta di giochicchiare a centrocampo, e di fare melina: serve uno scatto, e non possono bastare aspirine o tisane». E  Gabriella Giammanco sottolinea che il Pdl non ha votato la fiducia al governo «per aderire alla logica del rinvio, né per constatare che agli annunci non seguono i fatti. La sospensione dell’aumento dell’Iva per soli tre mesi sarebbe non solo un palliativo inutile ma anche controproducente poiché non farebbe altro che prolungare il senso d’incertezza e d’instabilità che si è diffuso tra gli italiani, ritardando così la ripresa economica. Non è possibile, inoltre, pensare di caricare sulle spalle dei cittadini ennesimi aumenti delle accise sui carburanti per trovare le coperture per la sospensione dell’Iva. Sembra paradossale – sottolinea Giammanco – che il governo non riesca a tagliare appena l’uno per cento della spesa pubblica per trovare quegli otto miliardi che permetterebbero di non aumentare l’Iva e di abolire l’Imu sulla prima casa». Un discorso che Altero Matteoli porta avanti anche in maniera chiara: «Se qualcuno – afferma – nella maggioranza pensa che con la sentenza del Tribunale di Milano, che si aggiunge alla pronuncia della Consulta di qualche giorno prima, non sia accaduto nulla si sbaglia di grosso. Il governo può andare avanti solo se ci sono le condizioni politiche. Una delle condizioni è che la riforma della Giustizia ritorni tema prioritario insieme con l’abolizione dell’Imu sulla prima casa e lo stop all’aumento dell’Iva». Le fibrillazioni nel Pd non sembrano aver sortito l’effetto cercato. È evidente che si cerca di evitare, più o meno palesemente, il raggiungimento degli obiettivi del Pdl, benché contenuti nel patto di governo. Il tutto per non dare la sensazione che il Cavaliere ha vinto, la piattaforma elettorale del Pdl è stata realizzata e il centrodestra ha avuto ragione.

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