Il ministro De Girolamo contro gli Ogm. Quei semi della discordia «non servono e sporcano la nostra agricoltura sana e pulita»

24 Giu 2013 12:43 - di Bianca Conte

La campagna contro la semina degli organismi geneticamente modificati riparte dalla ministra delle politiche agricole, Nunzia De Girolamo, in queste ore più che mai simbolo della crociata contro gli Ogm. «Farò un decreto a tre firme per vietare la coltivazione di Ogm in Italia», ha dichiarato la titolare del dicastero di via XX settembre dalle colonne del Corriere della sera, in un’intervista in cui indica a chiare lettere la volontà di bloccare in Italia l’utilizzo di metodologie e tecniche di ingegneria genetica, che consentono l’aggiunta, l’eliminazione o la modifica di elementi genici. Per questo la De Girolamo ha scritto ai ministri della Salute, Beatrice Lorenzin, e dell’Ambiente, Andrea Orlando: «Credo la pensino come me, almeno a giudicare dalle dichiarazioni di questi giorni».

L’Europa, ammette la De Girolamo, «lo potrebbe impugnare, è vero, e ci esponiamo a una violazione delle regole comunitarie. Però nei confronti della Francia, che ha bloccato le coltivazioni Ogm con un provvedimento simile, Bruxelles non ha ancora avviato la procedura di infrazione». La disputa tra favorevoli agli Ogm e antibiotec in Italia ha origini lontane, ed è tornata in auge in questi giorni, e al centro dell’agenda del ministro dell’Agricoltura, dopo la provocazione di Giorgio Fidenato, l’imprenditore agricolo di Pordenone che ha polemicamente annunciato la semina nel suo campo di mais Mon 810 autorizzato dall’Unione europea, spingendo per «la libertà di scelta» da parte degli agricoltori. Contro di lui si sono scagliate prima le organizzazioni anti biotec, poi lo stesso ministro De Girolamo. Che di fronte a sé ha un cammino difficile da compiere, soprattutto dopo l’ordinanza della Corte di Giustizia dell’Ue che ha stabilito che uno stato membro non può inibire la possibilità di coltivazioni Ogm già autorizzate a livello centrale, riducendo al minimo le possibilità di osteggiarle. Quei “semi della discordia” sono al centro di una battaglia antibiotec che la ministra De Girolamo porta avanti da tempo, anche a rischio di scontrarsi contro i mulini a vento dell’Unione europea. «Gli ogm non sono utili all’Italia – ha dichiarato fuori dai denti la ministra al Corriere –. La nostra è un’agricoltura d’eccellenza, sana e pulita. L’immagine nel mondo non va sporcata. Non è un atteggiamento pregiudiziale».

E in questa difesa delle produzioni nostrane e della qualità italiana, un richiamo alla bandiera anche al governatore della Lombardia Roberto Maroni, che venerdì scorso aveva annunciato di voler seguire direttamente il negoziato sulla Pac «perché la Lombardia non è un’ancella». «Pregherei Maroni di venire in Europa con la bandiera italiana, non con quella del Nord», ha detto il ministro per le politiche agricole al suo arrivo a Lussemburgo, precisando di avere «grande simpatia, affetto e amicizia per Maroni, però l’Europa è altra cosa dalle dialettiche interne fatte di nord e sud».

 

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