Continua la fuga dal M5S. Se ne va il deputato Zaccagnini : «Clima irrespirabile»

24 Giu 2013 19:08 - di Redazione

La politica italiana di oggi ha ritrovato il suo “onesto Zac” . Il deputato pentastellato Adriano Zaccagnini, omonimo dello storico segretario della Dc  amico  di Aldo Moro, ha lasciato il movimento di Beppe Grillo ed è passato al Gruppo Misto. La motivazione? «Non mi sento più a mio agio, c’è un clima irrespirabile».  La critica del parlamentare al M5s è radicale:  «Non è un partito aziendalista ma un movimento aziendalista in cui la strategia politica è calata dall’alto».  L’allusione alla diarchia tra il “portavoce” Grillo e il “guru” Casaleggio è fin troppo evidente.  Ma fin troppo evidente è anche l’accusa allo “staff” dei massimi rappresentanti del movimento.  «Non c’é nulla di cui meravigliarsi  – in un contesto aziendale funziona così: c’è il mobbing c’è l’alienazione frustante inflitta per portare le persone a non poter lavorare serenamente. Sono comunque i vertici aziendali a dettare le permanenze e i distaccamenti. E in un clima del genere si fa fatica ad esprimere il proprio dissenso, si ha timore e paura».

Man mano che  crescono i parlamentari dissidenti, emerge insomma un quadro sempre meno  edificante del M5s.   Più che un partito sembra una setta pseudoreligiosa.  Un quadro inquietante esce anche dalle dichiarazione di un altro frammento  di Parlamento che si stacca da Grillo, la senatrice Paola De Pin:  «Sono arrivata a un punto di esasperazione che mi ha fatto dire basta. Non accetto che si metta la gente così alla berlina. L’ho detto anche ai miei colleghi: che popolo vogliamo? Vogliamo degli italiani inquisitori? Io no».

Involontariamente comiche sono infine le dichiarazioni di Vito Crimi, più  grilliano di Grillo stesso. Chi l’ha detto che  i parlamentari pentastellati non possono dialogare con le altre forze politiche? Ecco la sua risposta, da sganasciarsi dalle risate: «Con gli altri senatori ci incontriamo di continuo. Ci vediamo e parliamo al bar, alla buvette, in ascensore… questo tipo di dialogo c’è».  Ma, questi grillini doc, ci fanno o ci sono?

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