Bologna, scontro a sinistra per 50 licenziamenti. Il Pdl: ormai le coop non sono più… rosse

1 Giu 2013 21:33 - di Sandro Forte

Circa 500 tra lavoratori del settore della logistica e attivisti dei centri sociali dell’ultrasinistra hanno sfilato nel pomeriggio per il centro di Bologna. I manifestanti hanno scandito slogan contro la Granarolo, per il licenziamento di 50 facchini delle cooperative che si occupano per conto dell’azienda del carico e scarico. Le cooperative in questione sono anch’esse di sinistra: una protesta dunque all’interno della stessa parte politica. Ma per Marco Lisei (Pdl) ormai le coop bolognesi non sono più… rosse. Il corteo, con in testa una grande mucca simbolo della Granarolo (e il cui verso è stato ripetuto più volte da microfoni e megafoni), è partito dalla centrale piazza Nettuno e si è fermato a lungo di fronte alla sede della Cgil – accusata di connivenza con le cooperative e di essere stata, il primo maggio, sullo stesso palco da dove ha parlato il presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari – e davanti alla prefettura di Bologna. Questa ha infatti richiesto il parere della commissione di garanzia che ha dato una stretta alla possibilità di scioperare considerando i prodotti della coop come beni essenziali. E gli slogan hanno quindi bersagliato anche il prefetto. Alla manifestazione, promossa dal sindacato intercategoriale Cobas e dal laboratorio dell’ultrasinistra Crash, hanno partecipato, secondo gli organizzatori, anche lavoratori di altre città compresi quelli del magazzino Ikea di Piacenza. Degna di nota, all’interno del corteo la presenza di numerosi appartenenti alla comunità turca bolognese, scesi in strada per portare anche in Italia le tematiche emerse nelle manifestazioni che in questi giorni stanno animando Istanbul.
I facchini sono scesi in piazza in seguito al licenziamento di alcuni colleghi che si sarebbero impegnati all’interno di un vivace movimento sorto negli ultimi mesi per chiedere garanzie sul posto di lavoro, aumenti di stipendio e diritti. «Qui a Bologna Granarolo e Coop Adriatica, due fiori all’occhiello della sinistra di questa città, hanno licenziato 50 facchini della logistica perché avevano osato alzare la testa – ha urlato al megafono uno dei partecipanti alla manifestazione – Fino ad oggi nessuno sapeva che gli addetti della logistica lavorano come schiavi a 700 euro al mese per arricchire le tasche dei padroni». «A Bologna siamo alla polverizzazione della sinistra – commenta Marco Lisei, consigliere comunale del Pdl – La verità è che ormai anche le coop rosse hanno perso la loro identità di sinistra e la loro funzione sociale. Il presidente di Granarolo è quasi più berlusconiano dello stesso Berlusconi. Le coop sono imprese a tutti gli effetti: dopo aver usufruito del credito agevolato e aver lavorato a stretto contatto con gli enti pubblici amministrati dalla sinistra, con la ristrettezza di risorse oggi esistente, che riguarda tutti, anche loro vanno in crisi e quindi ogni pretesto è buono per ristrutturare e licenziare».

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