Afghanistan, Sel scatena una inutile polemica contro le missioni di addestramento per le truppe di Kabul

20 Giu 2013 17:20 - di Redazione

Ora e sempre pacifismo. Anche quando non  serve. Anzi, agitare la bandiera arcobaleno quando è del tutto superfluo, aumentala visibilità politica. Non si sentiva infatti alcun bisogno della polemica scatenata dai capigruppo di Sel in commissione Esteri e Difesa, Arturo Scotto e Donatella Duranti, contro l’impiego di nostri soldati in Afghanistan , dopo il 2014, al solo fine di procedere all’addestramento delle forze  del governo di Kabul. Questa prospettiva è stata ribadita dal ministro della  Difesa Mario Mauro in visita ad Herat, dove è di stanza il contingente italiano. «Le dichiarazioni del Ministro Mauro – tuonano i due parlamentari vendoliani – sulla permanenza di 500-700 soldati in Afghanistan anche dopo il 2014 ci preoccupano tantissimo. Non ci bastano le rassicurazioni sul carattere no combat della missione». E perché mai? «Perché di fatto – sostengono – sarebbe la conferma di una tendenza a considerare lo scenario afghano come permanente».  E che dovrebbero fare, secondo lorsignori pacifisti, l’Italia e gli altri Paesi impegnati in questi anni nella missione Isaf? Forse dovrebbero compromettere l’esito del buon lavoro svolto in questi anni negando alle forze di Kabul il supporto necessario per metterle in condizioni di cavarsele da sole negli anni a venire?

Si tratta  chiaramente di una polemica inutile e strumentale.  Il ministro infatti è stato chiaro. “Sarà il Parlamento – ha detto  Mauro – a valutare e poi votare sulla nostra nuova missione. Io sono qui per raccogliere informazioni e dico che non possiamo far mancare il nostro sostegno a questo Paese, se non vogliamo che torni l’atroce dittatura del passato. Resolute Support sarà una missione no combat, con l’obiettivo di proseguire l’assistenza e l’addestramento alle forze di sicurezza afgane. Non sono più previsti compiti di contrasto all’insorgenza o al narcotraffico».

Che dire? Che è certamente  dura la vita per i “sellini”. Fino a qualche mese fa i parlamentari di Sel  pregustavano di entrare in maggioranza con lo ”smacchiatore” di giaguari Bersani . Poi hanno tentato un “link” con il M5S immaginando un “governo del cambiamento” sempre  con lo “smacchiatore” di cui sopra. Ora si ritrovano invece all’opposizione nonché avviati sul sentiero della marginalità politica. E allora non rimane loro che l’armamentario usurato della vecchia polemica antimilitarista. Contenti loro…

 

 

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