Mediaset, Berlusconi all’attacco: «Accuse surreali». Poi l’appello per il voto di domenica: «Dateci forza»

23 Mag 2013 21:19 - di Guglielmo Federici

Prima vengono le famiglie e le imprese, poi i casi personali per Silvio Berlusconi, che in un messaggio audio sul sito forzaSilvio.it per le amministrative di domenica ha spiegato qual è il motivo concreto per votare e far votare Pdl: «Con il tuo voto darai più forza anche alle nostre battaglie per far ripartire l’economia e per abbassare le tasse sulle famiglie e sulle imprese. Vota e fai votare il Popolo della Libertà». Berlusconi ha ben chiare nella mente le priorità del Paese e del governo, pur in una giornata pesante, ancora passata all’attacco dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza Mediaset che hanno confermato la condanna a 4 anni di carcere e 5 di interdizione dai pubblici uffici del leader del Pdl. Ma la tegola è doppia: la Cassazione mette nero su bianco che la richiesta di trasferire a Brescia i processi Mediaset e Ruby è stata ispirata da «strumentali esigenze dilatorie» e attuata muovendo «accuse infamanti» alle toghe di Milano. Compresa Ilda Boccassini, oggi destinataria dell’ennesima lettera minatoria: stavolta con proiettili. Berlusconi, però, fa riferimento alla sola sentenza di Milano:«Se vi è ancora un barlume di buonsenso sull’applicazione del diritto e sulla valutazione del fatto, questa sentenza non potrà che essere posta nel nulla riconoscendosi la mia assoluta innocenza», afferma definendo le motivazioni della sentenza «davvero surreali». Aggiunge ribattendo colpo su colpo: «Mai ho avuto conti all’estero come risulta indiscutibilmente dagli atti. Mai neppure un centesimo delle asserite violazioni fiscali mi è pervenuto così come parimenti risulta dagli atti», sostiene l’ex premier, ribadendo quanto detto fino alla vigilia della condanna: «Tutti i proventi dei diritti sono rimasti in capo alle aziende di terzi che li commercializzavano. Vi è di contro la prova conclamata che alcuni dirigenti infedeli di Mediaset hanno ricevuto svariati milioni di euro per comperare tali diritti. È ovvio che mai un imprenditore avrebbe potuto tollerare che i suoi dirigenti fossero pagati da fornitori per agevolare gli acquisti nella propria azienda». L’eterno pregiudizio colpisce ancora. Prima di Berlusconi tutto il Pdl era insorto parlando di «teoremi», «persecuzione», «accanimento» da parte dei giudici: un «attacco giudiziario che tende a modificare il quadro politico», ha detto Cicchitto. Replica di rito del Pd: «Inaccettabile attacco all’autonomia della magistratura», ha detto Bindi. Ma da entrambi gli schieramenti arriva una rassicurazione: le vicende giudiziarie di Berlusconi non avranno effetti sulla tenuta del governo.

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