La rivoluzione di Grillo: gli “analfabeti della vergogna”

8 Mag 2013 19:34 - di Francesco Signoretta

Quando in vista c’è lo spettro della sconfitta ci sono due sole strade per svignarsela: o si urla per attirare l’attenzione della gente mascherando le difficoltà del momento, oppure si passa direttamente agli insulti, così da dare l’idea che l’avversario è scorretto e quindi il duello, comunque si concluda, è truccato. Grillo sta percorrendo entrambe le strade. Lo scopo è quello di nascondere, sotto gli insulti, la strategia dei Cinquestelle che – giorno dopo giorno – viene a galla e ha il sapore dei vecchi partiti della prima Repubblica. Basta una piccola riflessione: in queste settimane i grillini volevano l’incarico per la presidenza del Consiglio, pretendevano di scegliere il nome del presidente della Repubblica, reclamavano l’asso pigliatutto nelle commissioni. Nessuna caccia alle poltrone, per carità – hanno raccontato – perché se gli incarichi vanno agli altri è uno scandalo (e giù offese e vaffa) mentre se li hanno loro è giustizia quasi divina. Non importa se finora non si sono dimostrati all’altezza, perché poi – quando le cose peggiorano e le figuracce aumentano – c’è sempre pronto l’intervento dell’ex comico che urla, disprezza e insulta, distogliendo l’attenzione dall’inconsistenza de gruppo parlamentare dei Cinquestelle. Lo schema si è ripetuto con la vicenda delle commissioni. Non è andata come il M5S voleva e quindi raffica di “bombe verbali”. Grillo ha messo nero su bianco un attacco alzo zero a quello che definisce l’alfabeto della vergogna: la spartizione delle presidenze delle commissioni. Per l’ex comico sono «un potente vaffanculo alla Nazione». La lista – a suo dire – comprende «trombati, inquisiti, mariti, vecchie scarpe dell’inciucio, riscossori di premi partita, trombettieri del falso, senatrici da supermarket con scorta. Un tocco di P2 più un tocco di D’Alema… C’è dentro di tutto, un minestrone di falliti, riciclati, bocciati alle politiche, di eterni ritornanti. Questa lista è una provocazione verso i cittadini per scelta delle persone e  per la loro generale incompetenza.  Se ci fosse una Commissione per i cessi di Montecitorio – argomenta Grillo – occuperebbero anche quella: metà chiappa Pdl e metà chiappa Pdmenoelle e lascerebbero il cesso da pulire alla finta opposizione di Sel».  Secondo l’ex comico, una meraviglia per chi vuole «facilitare i conati di vomito». Sulle 35 poltrone assegnate al M5S, però, neppure una parola. Loro – come detto – sono i veri unti dal Signore. Il problema reale è un altro: Grillo dovrebbe dire quali grandissime personalità ed eccezionali cervelli sono stati eletti nei Cinquestelle, visto che sono gli unici che meritano le odiatissime poltrone. Forse chi non sapeva nemmeno che per essere eletti al Quirinale bisogna avere 50 anni? O chi non conosceva il numero dei deputati e dei senatori? O chi non sapeva dove si trovasse Palazzo Madama? Si passerebbe dall’alfabeto della vergogna agli analfabeti della vergogna. E questa sarebbe la rivoluzione targata Cinque Stelle.

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