La Fornero ci è costata un occhio della testa: riforme da buttare, di lei resteranno solo le lacrime

21 Mag 2013 20:24 - di Francesco Signoretta

A Enrico Letta il compito di agire come Penelope. Ma mentre la moglie di Ulisse disfaceva di notte quello che tesseva di giorno, il governo è chiamato a correggere in fretta– e alla luce del sole – gli errori commessi dalla Fornero con la riforma delle pensioni e con le rigidità in entrata introdotte per il lavoro. Errori che ci stanno costando un occhio della testa. L’ex ministro ha combinato un pasticciaccio sugli esodati e poi ha lasciato l’inferno in eredità, alla “non sono fatti miei, ci pensi l’esecutivo delle larghe intese”. Ed  per questo che, mentre Letta annunciava che l’occupazione sarà la stella polare di questo governo, il presidente della commissione Lavoro, Maurizio Sacconi, lo invitava a partire «da una robusta manutenzione della riforma Fornero» definendola «una specie di caso-scuola negativo», un ostacolo per le assunzioni. Un errore storico di cui tutti adesso sembrano consapevoli. Per questo il neogoverno sta esaminando la possibilità di interventi per creare opportunità di lavoro per i giovani riportando d’attualità un meccanismo utilizzato in passato dalle banche: collocare a part time gli ultrasessantenni che hanno ancora bisogno di tre anni di lavoro prima di andare in pensione. Un modo come un altro per tamponare i danni della riforma previdenziale della Fornero che ha aumentato a dismisura l’età per il collocamento in quiescenza. Lo Stato interverrebbe per pagare i contributi persi e l’azienda, con quanto risparmiato, potrebbe assumere un giovane, raggiungendo il duplice obiettivo di acquisire la flessibilità del figlio senza perdere la professionalità del padre. Non si sa se basterà. Ed è per questo che il Pdl porta avanti la battaglia per azzerare il prelievo fiscale sulle nuove assunzioni, operazione in grado di far ripartire il mercato del lavoro. Il part time per gli anziani, infatti, da solo non basterebbe nemmeno a tamponare i guasti provocati dal governo dei tecnici. Il sottosegretario al Lavoro, Carlo Dell’Aringa, stima infatti che sia necessario un aumento del Pil dell’1% l’anno soltanto per assorbire la crescita di lavoratori anziani (un milione di persone da qui al 2020, secondo il Cnel). Servono risorse cospicue, quindi. E questo presuppone una strategia per l’occupazione decisa a livello europeo. La chiave di volta è la golden rule, con cui escludere dal computo dei parametri di bilancio le spese per l’occupazione giovanile. La Merkel prima di ogni altro deve capire che di troppo rigore si muore. Quando una persona è debilitata da una malattia si possono tentare molte cure, ma una cosa è certa: non si può iniziare dalla dieta. Fortunatamente la Fornero è solo un ricordo, anche se non troppo lontano. Se si stravolge la sua riforma, di lei resteranno solo le lacrime di coccodrillo.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Mauro 20 Marzo 2018

    Esatto sig. Giulio; Speriamo pensino prima a dove trovare i soldi (STOP VITALIZI, RIDUZIONE STIPENDI DI PARLAMENTARI, DIRIGENTI PUBBLICI, SPESE PER I PARTITI, RIDUZIONE PENSIONI D’ORO) (RIAPERTURA CASE CHIUSE CHE POTREBBE DIVENTARE L’INDUSTRIA CHE VERSA PIU’ TASSE E CONTRIBUTI D’ITALIA) risparmio dei 35 €. buttati per i clasndestini etc. etc. Con il denaro ottenuto e/o risparmiato (circa 15 miliardi) si potrebbero fare un po di cose come aumentare le pensioni minime, il reddito di cittadinanza, risorse per le famiglie per aumentare la natalita’ etc. etc.

  • giulio 20 Gennaio 2018

    speriamo che il centrodestra, con il cosiddetto ricalcolo delle pensioni, non faccia ancora di peggio