La Convenzione rischia di saltare prima di nascere. Renzi ha il terrore di Berlusconi “padre costituente”

3 Mag 2013 20:29 - di Redazione

«Ora non esageriamo, un conto è fare un governo con il Pdl perché non ci sono alternative, altro è dare la Convenzione a Berlusconi». Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi per accattivarsi la base dura e pura del Pd, formalizza l’altolà al Cavaliere.  In occasione del Festival della tv e dei nuovi media, intervistato da Giovanni Minoli, il leader in pectore del Pd cerca di parlare alla pancia dei militanti con frasi a effetto. «Immaginare di fare Berlusconi capo della Costituente, come pensa qualcuno, mi sembra inaudito». Il termine “inaudito” rende l’idea della svolta barricadera di Renzi, tanto da far sembrare un moderato pure Stefano Fassina. Il fresco viceministro all’Economia al confronto sceglie un commento da moroteo: «Dobbiamo trovare una figura in grado di dare garanzie a tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento. Temo che il senatore Berlusconi non sia tra queste».

Una posizione di chiusura che scatena la reazione unanime del Pdl, che lascia intravedere conseguenze imprevedibili. «I veti politici preconcetti – replica il senatore del Pdl Altero Matteoli – sono inaccettabili  su chicchessia ed in particolare lo sono sul leader del Pdl e se messi davvero in atto porterebbero dritti al voto anticipato». Matteoli ricorda che «Renzi è candidato a diventare presidente dell’Anci in sostituzione di Del Rio. Allora che facciamo, poniamo anche noi del centrodestra il veto sul candidato Renzi?». Il senatore del Pdl ricorda che «nel Pd devono capire che quando si é in coalizione bisogna rispettare gli alleati, una regola preliminare se si vuole servire insieme il Paese. Diversamente gli elettori sapranno giudicare e puniranno severamente chi ha fatto fallire sul nascere l’azione al servizio del Paese del governo». Una posizione ribadita da Maurizio Gasparri: «A Silvio Berlusconi va riconosciuto il merito politico di saper rappresentare milioni di italiani. L’esperienza alla guida della nazione e nel consesso internazionale – dice il vicepresidente del Senato – sono garanzia per poterlo indicare alla presidenza della convenzione per le riforme. Il Pd sbaglia a porre pregiudiziali. Proseguiamo piuttosto con spirito collaborativo e andiamo al merito delle questioni». Mentre Barbara Saltamartini osserva che «continuare ogni giorno a porre veti su qualsiasi questione non contribuisce al clima di dialogo che quantomeno dovrebbe esserci a poche ore dalla costituzione di un governo di larghe intese che si appresta ad avviare un percorso difficilissimo». Come osserva il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi «tutto si può discutere, ma nessuno ha il diritto di porre veti o pregiudiziali sulle persone, tantomeno su chi ha reso possibile la nascita di questo governo come del resto di quello precedente».

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