Intercettazioni: il Pd getta benzina sul fuoco. Il Pdl: abbiamo solo presentato il nostro “pacchetto giustizia”

16 Mag 2013 11:45 - di Gloria Sabatini

Torna il balletto sulle intercettazioni che ai cittadini deve aver fatto venire la nausea. E il Pd si rifuffa sulla polemica tanto per rasserenare il clima delle larghe intese. «Non sono una priorità», puntualizza con innegabile coerenza Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato. Preferisce pensare alle riforme costituzionali, più urgenti e necessarie per un quadro «legislativo più compatto». Quello che non dice, però, è che anche il Pdl non mette al primo posto il “nodo intercettazioni” come i democratici vorrebbero sostenere per attaccare Berlusconi e i suoi pallini. Gaetano Quagliariello ha esposto chiaramente il timing sulle riforme scandendo le tappe: prima la riforma della Costituzione, poi la legge elettorale. E su questo la Finocchiaro concorda, almeno fino a oggi. Mariastella Gelmini chiarisce meglio l’agenda del centrodestra. «La rimonta di Berlusconi non si è basata sulle intercettazioni, ma su temi quali la riforma dei poteri di Equitalia, la riforma del fisco, l’abbassamento del cuneo fiscale, la tassazione sulla casa. Dire che Berlusconi non parla di economia e pensa ai fatti propri è la rappresentazione della sinistra». In effetti il Pdl ha l’unica “colpa” di aver ripresentato la proposta di legge firmata da Alfano nella legislatura passata che mira a regolamentare l’uso troppo disinvolto (e costosissimo per lo Stato) delle intercettazioni e la loro pubblicazione dovuta alla fuga di notizia dalle procure. Il senatore del Pd Felice Casson, invece, attizza il fuoco delle polemiche. «Bisogna capire – ha detto – se ripresentare il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni sia stata una decisione estemporanea di qualcuno alla Camera e al Senato oppure una posizione del Pdl. Se così fosse allora è un tentativo per cercare lo scontro». Sulla stessa posizione, un mantra del centrosinistra,  Ivan Scalfarotto che annuncia il voto contrario del gruppo, «le intercettazioni non fanno parte delle emergenze che un governo al servizio del Paese deve affrontare». Scelta Civica, alle prese con i riassetti interni, si accoda. Le priorità «sono altre, non è la giustizia che si è previsto come obiettivo questo governo», dichiara il montiano Stefano Dambruoso. Già il problema è sempre un altro.

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