Grillo ironizza sulla legge del Pdl contro i violenti e i provocatori di piazza. Forse ha nostalgia degli anni di piombo

23 Mag 2013 18:03 - di Antonella Ambrosioni

E alla fine, giù la maschera. L’evidenza dei fatti e delle parole è una sola: antagonista è bello per Beppe Grillo e i suoi seguaci e gli scontri di piazza (unilaterali) durante le pubbliche manifestazioni pure. Evviva l’alta tensione quando a crearla è lui. Il dissenso è bello (anche con le minacce fisiche) se a contestare sono i suoi amici. A parti invertite naturalmente non sarebbe così, sennò che razza di democrazia è?

Grillo si smaschera da solo, con le sue reazioni scomposte al disegno di legge con cui il Pdl vuole mettere dei freni alle intemperanze incontrollate che si determinano nelle pubbliche manifestazioni, come quella di Brescia che il Pdl e Berlusconi hanno subito sulla loro pelle da parte dei gruppi dei centri sociali. Intimidazioni, spintoni, sputi e insulti messi peraltro in onda anche durante una trasmissione ad alto tasso antiberlusconiano nelle vene come Servizio Pubblico di Santoro. Quel che è accaduto ha creato un clima tale da indurre il leader del Pdl a rinunciare a questo tipo di eventi. «Per la mia incolumità personale», ha ribadito Berlusconi nel corso di un intervento telefonico spiegando perché non ha partecipato di persona, come previsto, a un comizio ad Aosta in vista delle regionali del 26 maggio. Il lavoro parlamentare è indirizzato quindi su provvedimento che preveda pesanti sanzioni, fino al carcere, per chi disturba le manifestazioni politiche in piazza, non solo durante le campagne elettorali. La bozza, messa a punto da Ignazio Abrignani e al vaglio del capogruppo Renato Brunetta in pratica introduce un reato per punire chi fa azioni di disturbo e organizza contestazioni durante qualsiasi manifestazione politica. Una proposta di equilibrio e di tutela della sicurezza di tutti a chi poteva dispiacere se non a Grillo? Infatti la prende nel verso sbagliato alterando i termini della questione sicurezza e legalità. «Per il Pdl contestare in piazza chi ti prende per il culo da 20 anni è gravissimo e deve essere punito. Anche con la galera», travisa ad arte  nel suo blog postando una foto di Brunetta.  In pratica – sintetizza grossolanamente ad uso dei suoi seguaci – il Pdl vuole impedire il dissenso. In realtà è tutto il contrario, replicano: «Si tratta di garantire la libertà di manifestare, garantita dalla costituzione», spiega Abrignani, che nega l’intenzione di volere impedire il dissenso. Per Brunetta è essenziale «evitare che ci sia una sistematica e pericolosa contrapposizione fisica dalla quale è fatale che possano scaturire incidenti». Ma tutto quello che va nel senso della civile convivenza per Grillo non va bene. Anzi, se gli togli la piazza amica – quelli dei centri sociale e degli antagonisti di professione – cosa gli rimane?«Povero Grillo», lo punzecchia Brunetta, «sarebbe ora che cambiasse i suoi ghostwriters. Il Pdl non vuole gli avversari in galera, lasciamo il copyright a Grillo e a Travaglio, specialisti del ramo». La nota del presidente dei deputati del Pdl prosegue. «Noi vogliamo che tutti, ma proprio tutti, possano esprimersi liberamente in piazza, ma occorrono regole e sanzioni certe per tutelare questo diritto dai violenti e dagli stalker che assediano le manifestazioni democratiche per alimentare quel clima di scontro che evidentemente per Grillo è l’unica atmosfera in cui può vivere».

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