Convegno della Fondazione della libertà: dalla crisi si può uscire. A patto di rifare l’Europa…

16 Mag 2013 20:55 - di Antonio Pannullo

Si iniziativa della Fondazione della libertà, presieduta da Altero Matteoli, si è svolto al Tempio di Adriano a Roma il convegno dall’impegnativo tema “La crisi economica. Uscirne si può”. I relatori hanno affrontato le problematiche che la Fondazione aveva messo all’ordine del giorno, relative al patto di stabilità, investimenti, credito, energia, cercando di analizzare la congiuntura attuale e di individuare i modi per superarla. I lavori sono stati moderati da Alberto Giorgetti, del Pdl, sottosegretario a Economia e Finanze, che ha introdotto i convegnisti che hanno analizzato il non facile argomento. Molte le analisi, molte le proposte, ma da quasi tutti gli interventi è apparso un minimo comun denominatore che è quello dell’inadeguatezza di questa Europa ad affrontare la eccezionale situazione internazionale. Critiche leggere, non aggressive, ma pur sempre spie di una crescente insofferenza di una istituzione che non sempre ultimamente si è rivelata all’altezza del compito che si è imposta. Tra i primi interventi, quello del vice presidente della commissione europea Antonio Tajani, che nel corso dei lavori ha detto che avrà lunedì un incontro con il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni per parlare del capitolo debiti della pubblica Amministrazione «È importante – ha chiarito l’esponente del Pdl – per l’Italia stabilire a quanto ammontano i debiti della P.A. per arrivare al pagamento complessivo a fine 2014 senza sforare il tetto del 3% nel rapporto tra debito e Pil». Tajani ha anche detto di essere ottimista sulla chiusura della procedura di infrazione aperta nei confronti dell’Italia dalla Commissione Europea per deficit eccessivo: «La procedura si dovrebbe chiudere entro la fine di questo mese». Tra gli altri interventi quello dei vice presidente della Bei Dario Scannapieco, dell’editorialista economico Enrico Cisnetto, che ha insistito sulla necessità di attuare vere riforme strutturali più che caccia al taglio qua e là,  di Matteo Colaninno, componente la commissione Finanze della Camera, dell’ex ministro dell’Economia Vittorio Grilli, secondo il quale l’Italia sta lasciando molti soldi sul tavolo dell’Europa, dell’attuale viceministro dell’Economia Stefano Fassina, che ha evidenziato «i dati agghiaccianti del primo trimestre 2013: noi italiani abbiamo acquisito un pil negativo di 1,5 punti. Nonostante tutto l’ottimismo possibile, la ripresa non c’é. Gli spread finanziari, quelli sociali e politici si impennano», ha detto, aggiungendo che in questo momento «l’Europa è parte del problema, e non parte della soluzione». Le conclusioni sono state tratte da Altero Matteoli, che si è detto estremamente soddisfatto per la riuscita del convegno, giudicato da qualcuno troppo impegnativo: «Invece – ha detto l’esponente del Pdl – da questi lavori sono scaturite analisi e proposte per oltre tre ore, merito certamente del taglio per così dire ottimistico che abbiamo voluto dare a questo convegno. Ogni giorno aprendo i giornali – ha proseguito l’ex ministro delle Infrastrutture – si ha percezione di una situazione catastrofica, ma ritengo che se ne possa uscire, soprattutto con l’aiuto della politica. È evidente che la grande coalizione di governo non debba essere conflittuale, ma andare tutti in una direzione, superando gli egoismi di parte e di partito nell’interesse superiore dell’Italia». Matteoli ha poi riflettuto sul fatto che la crisi non può essere tutta della politica, ma ci sono anche altre concause. «Quando ero ministro delle Infrastrutture firmai un “assegno” di 15 miliardi per realizzare le infrastrutture, e a oggi mi consta che pochi di quei soldi sono stati spesi…». Anche da Matteoli emerge l’impressione che l’Europa così com’è non funzioni, perché si è allargata troppo velocemente e ha messo insieme non tanto popolazioni quanto economie diversissime tra loro». E anche su questo bisognerà riflettere, come da tempo stanno facendo i conservatori inglesi. La Fondazione della Libertà, il cui presidente è Altero Matteoli e il cui direttore scientifico è Marcello De Angelis, entrambi fondatori nel 2009, si propone di essere luogo di incontro e di elaborazione  di idee, di dialogo e confronto di posizioni culturali, politiche, scientifiche e sociali non necessariamente sovrapponibili o dello stesso indirizzo. Dopo gli incontri, la fondazione di occupa di pubblicare gli atti dei convegni per ulteriori riflessioni.

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