Si sgretola il “modello Sicilia”: i grillini dicono per la prima volta no a Crocetta

5 Apr 2013 13:23 - di Redazione

Un’altra cattiva notizia per Bersani e il suo sogno impossibile di intesa con Grillo. Il “modello Sicilia” in cui in tanti speravno si sgonfia di fronte alle dinamiche parlamentari. Per la prima volta i 5stelle votano contro il governo Crocetta, mentre a sorpresa si forma un asse tra centrosinistra e pezzi di centrodestra, con in testa Pd e Pdl: insieme hanno votato all’Assemblea regionale la norma, voluta dal governatore e dalla sua maggioranza (Pd e Udc), che introduce già dalle elezioni comunali di giugno, nell’isola, la possibilità di votare per due candidati al consiglio comunale purché siano un uomo e una donna (altrimenti la seconda preferenza sarebbe annullata). A sorpresa dunque, il voto ha rimescolato le carte nel Parlamento siciliano, dove fino a oggi era andato in scena l’idillio con lo schema maggioranza e 5stelle a supporto (ma senza alleanza formale) che molti sognavano all’interno del Pd di poter esportare nel Parlamento nazionale. E invece il voto siciliano sembra dare ragione a chi crede nel governissimo, cioè la possibile intesa tra Pd e Pdl per la formazione del governo nazionale. Crocetta cerca di fare il pompiere: «Spero che nel Movimento 5stelle si apra una riflessione: per approvare leggi si fanno delle mediazioni, non si può pensare di incassare tutti i risultati». Risposta: «Noi votiamo solo le idee che ci convincono, decidendo di volta in volta e questa volta eravamo contrari», dice Giannina Ciancio, deputato 5stelle. I 5stelle hanno votato contro la norma, che pur favorisce le pari opportunità e la presenza delle donne nei comuni, perché assieme alla doppia preferenza volevano l’introduzione del “seggio unico” per lo spoglio. Ma l’intesa parlamentare, spinta dal Pd e raccolta dal Pdl, si è basata proprio sul voto secco alla sola doppia preferenza di genere, lasciando fuori gli altri tre articoli che avrebbero modificato l’impianto della legge elettorale, a poche settimane dal voto, che invece, proprio in virtù dell’accordo, saranno affrontati all’indomani delle elezioni amministrative di giugno. Il via libera dell’Ars alla riforma elettorale è «un importante segnale di civiltà e rispetto delle pari opportunità che la Sicilia manda all’Italia», dice la senatrice Simona Vicari, commissario provinciale del Pdl a Palermo. «Grazie a questa riforma all’interno degli enti locali siciliani sarà possibile garantire una maggiore rappresentanza femminile, nell’ottica di un’offerta politica ampia e non più vittima di un insopportabile maschilismo. E’ un risultato che premia anche gli sforzi delle tante donne del Pdl, che come me da tempo si battono per l’introduzione di meccanismi che consentano una maggiore e migliore partecipazione delle donne alla vita politica

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