Rodotà sedotto dal “cantiere Vendola” per una nuova sinistra. L’8 maggio a Roma le anime deluse del Pd

29 Apr 2013 11:22 - di Antonella Ambrosioni

Lo strappo col Pd è ormai divario netto, il “cantiere Vendola” va avanti e seduce nuovi adepti, ultimo in ordine di tempo quello Stefano Rodotà che Sel ha continuato a sostenere per l’ascesa al Colle in dissenso con i democrat. E ora, dopo aver definito il nuovo governo Letta un «tradimento» degli elettori, si rinvigorisce  l’impegno del governatore della Puglia «per ricostruire dalle fondamenta una sinistra di governo». Rottura chiara, si volta pagina tra mille frammenti di un’ex coalizione: «Non abbiamo nessuna intenzione di tornare indietro, di resuscitare la sinistra Arcobaleno o di relegarci in un minoritarismo testimoniale. Da ora siamo impegnati a ricostruire, ricostruire ricostruire». Il Pd perde pezzi e uomini. Stefano Rodotà ha creduto fino all’ultimo che il partito in cui in un modo o nell’altro si riconosceva potesse appoggiare la sua corsa verso il Colle. Invece nulla. Neanche una telefonata di qualche dirigente per spiegare il perché della diversa strategia prescelta.

Così il giurista ed ex Garante della Privacy annuncia di voler partecipare al cantiere vendoliano. «Ho partecipato a molti cantieri in questi anni – ha detto Rodotà – parteciperò anche a questa discussione che si sta aprendo». «Certo», ha poi aggiunto, «non è l’unica discussione che si sta aprendo» e dovrei avere «due o tre vite per partecipare a tutti i cantieri che si aprono». Un esperimento che nasce dai cocci di quello che resta della coalizione “Italia Bene Comune” che alle ultime elezioni metteva insieme Pd, Sel e Psi. Un’alleanza nata forte ma che poi, alla fine, non ha retto neanche al primo vero confronto.

Adesso, quindi, Rodotà potrà contribuire a realizzare quella nuova sinistra che, attorno al suo nome e quello di Vendola, andrà a calamitare  le anime deluse del Pd. Vendola le convoca tutte per l’8 maggio a Roma in «un’assemblea di popolo per lanciare un nuovo percorso». Potrebbero entrarvi i vari Maurizio Landini, Sergio Cofferati,  Fabrizio Barca, questo andrà sicuramente a erodere una parte di consensi del Pd che, dopo le larghe intese e il governo Letta, sarà forse costretto a guardare più al centro e molto meno a sinistra. Possibile il ritorno di Antonio Ingroia, che nonostante i deludenti risultati elettorali resta in qualche modo a bordo della nave ambientalista avendo presentato un suo programma legato agli ecologisti. È Dagospia a supporre la sua presenza per l’8 maggio. Nascerà un nuovo partito?

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