Palermo come Napoli: immondizia fino ai primi piani dei palazzi. Ma resta il giallo sulle cause

27 Apr 2013 19:52 - di

L’emergenza rifiuti a Palermo diventa un vero e proprio rebus. Montagne di rifiuti arrivano a lambire i primi piani dei palazzi e i cittadini spazientiti incendiano i cassonetti, l’aria è irrespirabile. Proseguono anche i blocchi stradali e l’Amia, l’azienda che smaltisce la spazzatura, dichiarata fallita dal tribunale e gestita da quattro curatori, ha alzato bandiera bianca e ha ammesso che da sola di non può ripulire le strade del capoluogo. Il Comune, dal canto suo, ha messo a disposizione i suoi mezzi. Nonostante ciò la munnizza continua a lievitare e il tanfo pure. Una situazione analoga a quella che nel 2008 deturpò l’immagine di Napoli, ma con una differenza sostanziale: nel capoluogo campano le discariche erano stracolme e non potevano più contenere la spazzatura che arrivava dalla città e dall’hinterland (l’emergenza allora fu risolta grazie all’intervento di Silvio Berlusconi). A Palermo, invece, c’è qualcosa che non quadra. «I cittadini – ha spiegato Giulio Tantillo, capogruppo del Pdl al Comune – sono esasperati, in centro le montagne di rifiuti si vedono un po’ meno, ma nelle periferie l’immondizia arriva quasi all’altezza dei primi piani. Ma – ha continuato – non c’è un motivo vero per cui la spazzatura debba essere per strada. Obiettivamente non capisco perché la raccolta dei rifiuti vada così a rilento. Qualcuno dice che i camion stazionano ore e ore davanti alla discarica di Bellolampo per scaricare i rifiuti. Di chi siano le reali responsabilità lo vedremo ben presto: sulla vicenda, infatti, la magistratura ha aperto anche un’inchiesta». Tantillo ha spiegato inoltre che «nella sentenza di fallimento dell’Amia  è previsto che la raccolta continui regolarmente fino al 15 giugno. Quindi i lavoratori  dell’Amia dovrebbero essere regolarmente al lavoro. Ma, ripeto, qual è la verità non saprei dire.  L’auspicio è che intervengano i militari, ma quest’ipotesi è stata esclusa». Nonostante ciò il capogruppo del Pdl al Comune si è mostrato «fiducioso che nell’arco di dieci giorni la situazione potrebbe tornare normale». Intanto, lunedì il gruppo del Pdl presenterà un’interrogazione al sindaco per avere qualche risposta in più. Responsabilità di Orlando? «Sinceramente – ha concluso – non me la sento di puntare il dito contro di lui. L’amministrazione ha messo a disposizione i propri mezzi e ha cercato di trovare una soluzione. Non è lui che decide questa partita. Ci vuole collaborazione tra il sindaco, i curatori fallimentari e la città. Se questa collaborazione c’è l’emergenza si dovrebbe risolvere».

 

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