“Orban non è compagno, gettiamogli fango addosso”: e i socialisti ungheresi fecero patti con la mafia

24 Apr 2013 18:57 - di Giovanni Trotta

Il premier ungherese Viktor Orban è diventato famoso non tanto perché sta facendo galoppare l’Ungheria fuori dalle secche ideologiche sclerotizzate di settant’anni di dittatura comunista, né perché è stato eletto con una maggioranza schiacciante dagli ungheresi, né perché ha attuato profonde riforme costituzionali. No, Orban è famoso per la guerra senza quartiere che gli ha dichiarato il centrosinistra europeo, guidato proprio dalle istituzioni comunitarie, che non perdono occasione per mettere sotto accusa la solida Ungheria. Nelle guerre, però, ci sono i morti. Ed era talmente spietata l’offensiva contro i patrioti di Fidesz, il partito di Orban, che i socialisti ungheresi, eredi della tradizione comunista magiara, si sono scottati perbene. I socialisti al governo in Ungheria infatti, nel 2008, attraverso i servizi segreti cercavano la collaborazione della criminalità organizzata per compromettere l’opposizione di destra Fidesz. La verità sta emergendo da documenti finora coperti di segreto di Stato, e pubblicati adesso dalla commissione di sicurezza nazionale del Parlamento. «È lo scandalo del secolo», dice il portavoce del partito Fidesz, al governo attualmente. Secondo i documenti, il direttore generale dell’Agenzia di sicurezza nazionale (Nbh) Sandor Laborc, socialista, nel 2008, avrebbe incontrato più volte uno dei capi della criminalità organizzata, Tamas Portik, attualmente in arresto e sotto inchiesta. Portik aveva offerto collaborazione per discreditare e compromettere alcuni dirigenti della destra che lui temeva potessero arrivare al governo. I documenti, pubblicati da parte del ministero dell’Interno che ha sciolto il segreto, hanno causato costernazione generale. I dirigenti socialisti dicono di rifiutare tali metodi, e incolpano l’ex direttore dei servizi che agiva, sostengono, di sua iniziativa. Condannano l’atto anche i centristi e verdi, mentre il partito di governo Fidesz vuole incriminare l’ex direttore Laborc. Portik è stato arrestato, e messo sotto inchiesta l’anno scorso con il sospetto di uccisioni mafiosi. Il bello è che tutte queste manovre contro la destra non sono riuscite, perché Obran e Fidesz stanno portando avanti, tra l’ostilità dell’Unione europea e delle sinistre internazionali, una rivoluzione sociale, politica e finanziaria che dà molto fastidio adalle parti di Bruxelles…

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