L’omicidio di Udine: si attende l’autopsia ma non convince il racconto delle due ragazzine

9 Apr 2013 11:54 - di Sandro Forte

Sono ancora in stato di fermo, in una struttura protetta per i minori, a Trieste, le due ragazzine di Udine che si sono autoaccusate dell’omicidio di Mirco Sacher, di 67 anni. Al momento la Procura dei minori non ha chiesto alcuna misura nei loro confronti. Si attende, dunque, la fissazione dell’udienza di convalida del fermo come indiziate di delitto, udienza di convalida disposta dopo che le due quindicenni hanno confessato l’omicidio del ferroviere in pensione come reazione a un tentativo di stupro. «La vicenda è delicata. C’è il riserbo assoluto – si limita ad affermare l’avvocato Dario Miani, nominato difensore d’ufficio di una delle minorenni – Si tratta di due ragazzine, poco più che bambine. Non possiamo dire nulla». Secondo quanto si è appreso, tuttavia, le adolescenti hanno risposto alle domande del magistrato dei minori Chiara Degrassi anche se tanti sarebbero ancora gli elementi oscuri della vicenda. «Ritengo che ci siano ancora molti punti da chiarire – conferma l’avvocato Miani – Tutto è ancora in fase embrionale. Aspettiamo innanzitutto gli esiti dell’autopsia». Poi, una volta sentiti anche i genitori delle due indagate, le difese decideranno se svolgere indagini difensive o no. Alcuni punti di questa vicenda sono poco chiari: 1) la vittima era considerata una persona irreprensibile e comunque amica di famiglia delle due ragazzine alle quali più volte aveva dato un passaggio in auto; 2) possibile che le due abbiano avuto la meglio nella colluttazione con il pensionato?; 3) c’è un buco di un paio d’ore tra il delitto e il passaggio dell’auto in fuga al casello autostradale: forse le ragazzine stanno coprendo un maggiorenne? Prima dell’interrogatorio, che si è svolto in Procura a Trieste, le due erano state accompagnate all’ospedale Burlo per essere sottoposte a visite mediche. Sul corpo di una di loro ci sarebbero segni di una possibile violenza: sembra si tratti di graffi su un seno la cui presenza potrebbe confermare il racconto della colluttazione con l’anziano amico di famiglia. Anche sul cadavere della vittima sarebbe stato rilevato un graffio, ma questo potrebbe essere stato causato anche dai rovi. Allegre, giovanilmente maliziose in qualche scatto, spensierate: così appaiono sui rispettivi profili Facebook, in cui sembrano un po’ più grandi dell’età che hanno. A volte smorfiose, a volte giocose, foto scattate con qualche amica del cuore, è questo l’album pubblicato nei profili, che tratteggia personalità tipiche dell’adolescenza. Anche negli scritti, nei post, non si rileva nulla di particolare: i sogni tipici dell’adolescenza, la ricerca del primo amore, i legami di amicizia.

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