La portavoce di Prodi si sospende dal Pd: è pieno di traditori, così hanno accoltellato Romano

22 Apr 2013 14:42 - di Redazione

Sandra Zampa, parlamentare del Pd e portavoce di Romano Prodi, ha deciso di autosospendersi dal gruppo Pd per non sedere accanto – parole sue – “a chi ha accoltellato alle spalle Prodi come un sicario”. I mandanti, peraltro già noti, sono secondo Zampa il gruppo dalemiano cui si sono aggiunti i sostenitori di Fioroni e di Marini. E non crede alla foto che ha mostrato Fioroni con la scheda votata “Prodi”. “Dimostra che si sono preparati l’alibi. La foto è una sola, che si sono spediti via sms”. Nonostante i malumori che nel Pd hanno suscitato le dichiarazioni di Sandra Zampa, lei continua imperterrita a togliersi i sassolini dalla scarpa, nonostante Prodi abbia detto che per lui, a questo punto, è meglio “uscire in punta dei piedi”.

Romano Prodi, racconta Zampa,  aveva capito da subito che non sarebbe mai stato eletto. E sa anche chi nel partito non lo ha votato a presidente della Repubblica. Questa la sua ricostruzione in un’intervista a Popolare Network: “Se vuole dire i nomi di chi ha tradito, lo dirà”, ha sottolineato. “Prodi – ha aggiunto – si aspettava che non sarebbe passato e me lo aveva detto molte ore prima che i numeri lo certificassero nero su bianco”. L’ex premier, ha proseguito la parlamentare, “aveva infatti capito da alcune telefonate che si erano incrociate dall’Italia al Mali che alcune volontà non erano trasparenti”. Erano “segnali precisi da alcune aree”, dopo che nella notte precedente al voto “si era consumato un conflitto tra chi pretendeva una specie di consultazione a voto segreto tra D’Alema e Prodi”. Una richiesta respinta che, secondo Zampa, “ha portato a una grande ira nel gruppo ‘dalemiano’, soprattutto nei confronti di Bersani, mentre la questione degli ex popolari era invece più una vendetta dato che non hanno mai condiviso il progetto dell’Ulivo”. La parlamentare bolognese ha ribadito che lei con il Pd ha chiuso: “Credo che il Pd sia arrivato alla fine”.

Massimo D’Alema respinge le accuse: “Non c’è una mia regia dietro l’affossamento – afferma a Piazza pulita – denuncerò i calunniatori”. Tra questi D’Alema forse pensa anche a Giuseppe Civati il quale con una battuta ha fotografato la situazione: “I traditori tra poco faranno i ministri”. Per D’Alema la colpa è solo di chi ha candidato Prodi in maniera “assurda”. E il parlamentare pd Carlo Galli conferma: “Nell’assemblea dei parlamentari non ci fu unanimità sul nome di Prodi, una parte non ha battuto le mani”. Bersani dunque era avvisato…

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