Invasione di campo della Consulta: «Regolamentare le unioni gay». Gasparri: «Con che diritto dà ordini»?

12 Apr 2013 18:03 - di Antonella Ambrosioni

Alzi la mano chi pensa che la priorità del nostro Paese sia regolamentare le unioni omosessuali e il relativo diritto di adottare. Una mano la alza la Consulta, che ora si mette a dettare l’agenda e le riforme al Parlanento, sollecitando  in maniera accorata a riconoscere i diritti delle coppie gay, che è uno degli inviti citato dal presidente della Consulta, Franco Gallo, fra quelli rimasti inascoltati da parte della politica. Tra gli esempi di inviti alle Camere rimasti «finora inascoltati» Gallo cita quello contenuto nella sentenza 138/2010. «In tale pronuncia – ha spiegato – la Corte ha escluso l’illegittimità costituzionale delle norme che limitano l’applicazione dell’istituto matrimoniale alle unioni tra uomo e donna, ma nel contempo ha affermato che due persone dello stesso sesso hanno comunque il diritto fondamentale di ottenere il riconoscimento giuridico, con i connessi diritti e doveri, della loro stabile unione. Ha perciò affidato al Parlamento la regolamentazione della materia nei modi e nei limiti più opportuni». Domanda. «Con quale diritto il presidente della Corte costituzionale ordina di fare leggi sulle coppie omosessuali?» Quesito posto da vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, che aggiunge che «al di là della questione in sé, tra l’altro complessa e controversa, affermiamo con determinazione che non spetta a una figura simile dettare le regole al Parlamento». Parla di «intervento a gamba tesa», la parlamentare del Pdl, Eugenia Roccella: «L’invito del presidente Gallo al Parlamento a legiferare sulle unioni gay appare come un intervento a gamba tesa in un ambito controverso e divisivo, e ci ricorda come in questi anni l’attività dei tribunali abbia sconfinato dai propri limiti fino a erodere l’autonomia e la sovranità del Parlamento». Le sentenze che invadono territori che non competono ai magistrati non si contano più, argomenta la parlamentare: «Dispiace però che a esprimersi in questo modo sia il Presidente della Corte Costituzionale, che dovrebbe essere, o almeno cercare di apparire, sopra le parti». Non a caso l’assist della Consulta è preso al volo tra gli applausi dalla sinistra che, nonostante la formazione del nuovo esecutivo sia ancora in alto mare, è pronta a portare in parlamento battaglie storiche come i diritti alle coppie omosessuali. D’altra parte il Movimento 5 Stelle ha presentato in settimana un disegno di legge che va proprio in questo senso e la presidente della Camera Laura Boldrini ha accolto a braccia aperte il “diktat” della Consulta dicendo che «nella relazione di Gallo ci sono richiami su cui tutti dobbiamo riflettere: c’è un lavoro che non è stato portato a termine e io lavorerò per riprenderlo». Dovremmo essere sollevati?

 

 

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