FdI all’opposizione in caso di larghe intese. Meloni: non riescono a stare insieme dieci minuti senza insultarsi…

22 Apr 2013 12:40 - di Redazione

«In caso di governissimo, Fratelli d’Italia sarà all’opposizione». È un no senza appello quello di Giorgia Meloni nel giorno dell’insediamento di Giorgio Napolitano per il secondo mandato quirinalizio. Le larghe intese che si prospettano (condizioni messe da Re Giorgio per il bis) non si possono accettare. «Non si possono mettere insieme persone che la pensano in maniera opposta su tutto. È un compromesso al ribasso, un altro governo come quello di Monti. Non capisco come fanno a fare un governo se non sanno stare dieci minuti in un dibattito tv senza insultarsi», dice l’ex ministro della Gioventù intervistata da Il Fatto Quotidiano. All’opposizione insieme ai grillini? Certo, con la prospettiva di elezioni anticipate dopo la riforma elettorale». «Basterebbe inserire un premio di maggioranza anche al Senato, così chi prende un voto in più vince. Ora governerebbe il centrosinistra. È la democrazia». I deputati di Fratelli d’Italia non hanno votato per Napolitano (solo al primo scrutinio hanno scritto il nome di Marini «per senso di responsabilità»), gli hanno preferito Sergio De Caprio, Il capitano ultimo, il carabiniere che ha catturato Totò Riina. Per dare un segnale. «Questo dibattito sul presidente della Repubblica ha ruotato su protagonisti non di un altro secolo, ma di un altro millennio. Prima e seconda repubblica. E ora vogliono stare anche nella terza. Amato era al governo con Craxi, Prodi non mi meraviglierei se fosse stato presente all’incontro di Teano». I vecchi non mollano e forse – aggiunge – «è colpa anche di chi non fa nulla per uccidere i padri. È vero, gli spazi non te li concede nessuno, te li devi prendere». E ancora chi l’ha detto che un under 50 non sarebbe un ottimo presidente della Repubblica? Anche certi giovani “famosi” potevano fare di più. La Meloni ce l’ha anche con Renzi. «Mi ha molto deluso questa settimana. Come Pippo Civati e tutti quelli che chiedono rinnovamento e poi fanno una battaglia per Prodi». 

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