Chi ha paura di “Un medico in famiglia”? Il Pd blocca la candidatura per Alemanno di un’attrice della fiction

24 Apr 2013 17:19 - di Redazione

Beatrice Fazi, l’attrice che dà il volto a Melina nella fortunata serie di Rai1 Un medico in famiglia, ha preferito ritirare la sua candidatura nella lista civica “CittadiniXRoma” che sostiene il sindaco uscente Gianni Alemanno. A quanto si apprende da fonti di Viale Mazzini, l’attrice lo ha annunciato in una lettera a Rai Fiction. La vicenda era finita nel mirino del nuovo parlamentare del Pd, Michele Anzaldi che ha chiesto al vertice Rai di valutare l’opportunità della messa in onda della fiction in fase di par condicio. «Il Consiglio d’Amministrazione della Rai valuti se opportuno che la candidata alle elezioni di Roma per una lista civica pro-Alemanno vada in onda ogni domenica sera, con buona pace della par condicio». Secondo Anzaldi «la discesa in campo di Fazi, benedetta tra l’altro, come scoperto dal blog Nomfup, da un video di Lino Banfi che giocava come nonno Libero proprio sul ruolo svolto dalla Fazi nella fiction di Rai Uno, pone una obiettiva perplessità sulla par condicio, vista l’enorme popolarità della serie televisiva». Anzaldi è preoccupato che Melina possa sconvolgere gli equlibri elettorali. A infastidirlo soprattutto la frase rivolta da Lino Banfi alla collega, che ha detto: «Se stai con Alemanno sei in buone mani».

«Ognuno è libero di svolgere l’attività politica che crede – aggiunge il parlamentare del Pd – ci mancherebbe, ma un simile spot per la lista del sindaco Alemanno, a spese dei contribuenti che pagano il canone ogni anno, forse sarebbe il caso di evitarlo. Il fatto, tra l’altro, che anche il video di Banfi, curiosamente rimosso all’istante dal sito della campagna di Alemanno, giocasse su questa confusione tra Fazi e la Melina del Medico in famiglia, evidenzia come siano proprio questi piani sovrapposti, quello della politica e quello della fiction tv, a creare un insidioso cortocircuito su cui si chiede un immediato intervento dei vertici Rai».

Addirittura «insidioso cortocircuito»? Eppure a viale Mazzini c’è una consolidata tradizione che vede volti noti della tv traslocare, grazie alla loro popolarità, dal piccolo schermo al seggio sicuro per la sinistra: da Piero Badaloni a Michele Santoro, da Piero Marrazzo a David Sassoli. Tutti giornalisti che, per il loro ruolo, sono più credibili della giovane protagonista di una fiction. Altro che “cortocircuito”, in quei casi la puzza di bruciato non l’ha sentita nessuno. Neanche l’elettricista Anzaldi.

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