Bimba non vedente rifiutata dalla scuola. Poi il caso si risolve

3 Apr 2013 21:30 - di Redazione

Non c’è posto: è la motivazione con la quale la famiglia di Marta, una bambina non vedente, si è vista respingere la domanda d’iscrizione alla prima media. È accaduto in un piccolo paese della valle di Susa, in Piemonte. Ma il caso, già all’attenzione dell’ufficio scolastico regionale si è infine risolto con la possibilità per Marta di iscriversi e con telefonata del ministro Francesco Profumo alla mamma per il classico “in bocca al lupo”. La vicenda ha fatto lo stesso scalpore e le reazioni non si sono fatte attendere. Per legge “nessuna scuola può rifiutare, neppure per motivi tecnico-logistici, l’iscrizione di un alunno disabile” denuncia l’Associazione Piemontese Retinopatici e Ipovendenti. Segnalazione che aveva fatto chiedere subito una relazione dal ministro all’Usr.

L’istituto in questione è una scuola di montagna, di quelle che hanno dovuto lottare per non essere eliminate dai tagli e che perciò bambini e famiglie vivono come se fosse loro, con un legame affettivo particolare. Essendo punto di riferimento dell’intera valle, l’istituto non ha, al momento, disponibilità di posti se, come prevede una circolare, deve dare diritto di precedenza a coloro che già la frequentano. “Dovendo ricusare delle iscrizioni – si legge nella lettera inviata dalla preside alla famiglia – il criterio è stato ovviamente l’accettazione prioritaria degli allievi residenti che già frequentano la scuola primaria nel nostro istituto ed hanno effettuato nei plessi di competenza tutto l’iter scolastico”. Insomma – non nasconde la funzionaria dell’Usr che si è occupata della vicenda, Paola D’Alessandro – stante così le cose si sarebbe potuta creare una situazione in cui per accogliere la piccola Marta qualcun altro doveva andare via, creando conflitto tra famiglie, e soprattutto, tra bambini. “Ci sono tanti diritti, tutti legittimi, da tutelare – riassume Paola D’Alessandro – ma certamente quelli dei disabili richiedono ancora maggior attenzione”. L’istituto che aveva rigettato la domanda è un punto di riferimento per i piccoli paesi, fatti di borgate ancora più piccole, disseminate sul territorio. Un’ altra scuola sarebbe disponibile ad accogliere Marta, ma più distante, non fornita di mezzi di trasporto e la vita, già complicata della famiglia e di Marta a causa della sua patologia, sarebbe risultata aggravata. L’Usr si è impegnato a trovare una soluzione che concili le diverse esigenze.

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