Quagliariello (Pdl) e Giorgetti (Lega) tra i saggi scelti dal Quirinale. La prima polemica: non ci sono donne

30 Mar 2013 19:12 - di Redazione

Il Quirinale ha annunciato i nomi dei componenti dei due gruppi ristretti per le riforme e le misure urgenti annunciati questa mattina dal presidente Giorgio Napolitano. Questi i nomi per la commissione per il gruppo di lavoro istituzionale. Il presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida, il capogruppo di Scelta Civica in Senato Mario Mauro, il vicepresidente uscente dei senatori Pdl Gaetano Quagliariello e l’ex presidente della Camera dei Deputati Luciano Violante (Pd).  Questi i nomi dei componenti la commissione per le riforme sociali ed economiche: Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato; Salvatore Rossi, membro del Direttorio della Banca d’Italia, Giancarlo Giorgetti (Lega Nord) e Filippo Bubbico (Pd), presidenti delle Commissioni speciali operanti alla Camera e al Senato, e il ministro Enzo Moavero Milanesi. I due gruppi di lavoro si riuniranno già la prossima settimana, «stabilendo contatti con i presidenti di tutti i gruppi parlamentari, su proposte programmatiche in materia istituzionale ed in materia economico-sociale ed europea», precisa una nota del Quirinale. Sulla scelta del presidente della Repubblica già si sono scatenate le prime polemiche per l’assenza di donne.

«Quella messa in campo dal presidente Napolitano è sicuramente una soluzione originale, insolita», commenta il presidente emerito della Consulta Cesare Mirabelli. Ad avviso del giurista, l’iniziativa del Colle «può essere un’altra forma di moral suasion non per forzare le cose, ma per mettere i problemi sul tappeto».  Per il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri «il tentativo va esperito anche per rispetto al presidente Napolitano. Ma esperti e commissioni non cambiano la sostanza dei problemi. O c’è una chiara assunzione di responsabilità delle principali forze politiche o lo sbocco resta quello elettorale. Un governo di tecnici, alchimisti e giureconsulti lo abbiamo già visto all’opera e i risultati sono stati pessimi. Non è tempo di dotti, medici e sapienti come dice una vecchia canzone. Politica in primo piano. Per governare o per votare».

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