Presidenza del Senato: Grasso e Schifani al ballottaggio, saranno decisivi i voti dei montiani

16 Mar 2013 14:14 - di Redazione

Il presidente del Senato verrà deciso con un ballottaggio fra i due candidati che hanno avuto il maggior numero di voti, Pietro Grasso del Pd e Renato Schifani del Pdl. La prossima votazione si terrà questo pomeriggio alle 16,30. Questo il resconto del terzo scrutinio: 311 presenti, 311 votanti, maggioranza necessaria 156. Grasso (sostenuto dal centrosinistra) 120 voti, Schifani (sostenuto da Pdl e Lega) 111, Orellana del Movimento 5 Stelle 52. Voti anche per Anna Finocchiaro (2) Marin (2) Casini e Quagliariello (1). Sono invece state 22 le schede bianche, attribuibili ai senatori montiani. A questo punto Scelta civica risulterà decisiva al ballottaggio. Al termine delle procedure per la terza votazione del presidente del Senato è stata convocata una riunione dei montiani che dovranno decidere come votare all’eventuale quarto scrutinio.

Un precedente nel ballottaggio per l’elezione del presidente del Senato si registra nella prima legislatura della cosiddetta Seconda Repubblica: nel 1994 il presidente dell’Assemblea di Palazzo Madama fu Carlo Scognamiglio eletto nelle liste di Forza Italia che si impose, appunto al ballottaggio, sull’ex presidente del Senato Giovanni Spadolini. Al ballottaggio molti senatori che fino a quel momento avevano indugiato si schierarono, tanto è vero che vi furono solo due schede bianche. A prevalere per un voto fu Scognamiglio: 162 voti contro i 161 di Spadolini. Subito dopo il ballottaggio Spadolini si recò in sala stampa e criticò «la prepotenza che si è tradotta in una spartizione a tavolino dei vertici di Palazzo Madama e di Montecitorio». Poi pronunciò parole che curiosamente potrebbero essere dette anche oggi: «Noi rifiutiamo la contrapposizione meccanica fra vecchio e nuovo. Certi aspetti del nuovo, anche per il linguaggio incivile e barbarico cui taluni ricorrono, ci appaiono molto peggiori delle peggiori degenerazioni e corruzioni della prima fase della Repubblica, che abbiamo combattuto a viso aperto da sempre».

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