Ora se la vedrà Bersani. Napolitano: serve coesione nazionale

22 Mar 2013 18:48 - di Renato Berio

Mandato pieno o condizionato per Pier Luigi Bersani? Lo si chiami come volete, ma le condizioni Giorgio Napolitano le ha poste eccome, con un richiamo netto e inequivocabile all’articolo 94 della Costituzione: il governo deve avere la fiducia delle due Camere. Non sarà possibile, dunque, pensare a geometrie variabili o a escamotage procedurali per fare andare avanti una maggioranza incerta al Senato perché il paese ha bisogno di un esecutivo nella pienezza dei poteri che non tradisca la fiducia dei partner europei. Eccole qui le condizioni poste da Napolitano a Bersani, il quale era salito alle 17 in punto al Quirinale per ricevere un mandato che lui stesso ammette essere molto difficile. E a Napolitano che chiede di riferire il prima possibile sembra quasi replicare, il capo del Pd, quando dice sconsolato: “C’è bisogno di tempo”. Di tempo per fare cosa? Quel governo di “coesione nazionale” che ha chiesto lo stesso capo dello Stato conferendogli il mandato o di “concordia nazionale” come ha auspicato il Pdl? Bersani non usa questa espressione, anche se Napolitano ha ricordato che resta un’esigenza al di là della dialettica e delle antiche contrapposizioni. No, lui usa la formula “governo del cambiamento” e chi ci sta ci sta. Ma i grillini non ci stanno, anzi gli pongono anche un irriverente aut aut: proclama di essere contro il finanziamento ai partiti, gli mandano a dire, e forse possiamo dialogare. Una mossa che Bersani non può giocare, dopo che in campagna elettorale ha sempre detto che senza finanziamenti la politica se la possono permettere solo i ricchi. Dunque sceglie la strada più facile, evoca le riforme: quella costituzionale (impossibile senza larghe intese) e quella della legge elettorale. Napolitano vuole numeri certi, Bersani sa di non averli. Una strada tutta in salita ma che il segretario del Pd ha voluto percorrere lo stesso, anche se non ha escluso di fare un passo indietro. E c’è già chi, in rete, ironizza sul mandato ricevuto di venerdì, alle ore 17.

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