Mangiare sano? Un’impresa dopo gli ultimi scandali

9 Mar 2013 19:45 - di Valerio Pugi

Mangiare sano diventa sempre più difficile, soprattutto (ma non solo) sulle tavole degli italiani. Il pericolo non arriva solo dalle sofisticazioni nocive ma anche da quegli alimenti che non sono quelli indicato dalle etichette. Secondo la Coldiretti, sei italiani su dieci hanno paura di consumare cibi contaminati dopo che negli ultimi anni si è assistito ad una escalation di allarmi sanitari. Non solo: la truffa commerciale della carne di cavallo “spacciata” per manzo – avverte la Confederazione italiana agricoltori (Cia) – rischia di creare danni enormi a tutta la filiera, cominciando proprio dagli allevatori, che già segnalano un crollo delle vendite del segmento del 10% circa da quando è esploso lo scandalo anche in Italia. È di questi giorni la notizia che – dopo i tortellini, la pasta fresca ripiena, le lasagne e le polpette dei ristoranti Ikea – i carabinieri dei Nas hanno scoperto che pure i noti sughi al ragù prodotti dalla Star e presentati come ragù di manzo contengono in realtà carne equina non dichiarata sulla confezione: 300.000 confezioni sono state sequestrate a scopo cautelare. La Star, a seguito dell’allerta europeo – ha precisato il ministero della Salute – aveva comunque già attuato il blocco in autocontrollo e le procedure di ritiro dal mercato dei prodotti finiti. La spiegazione dell’azienda: erano state utilizzate partite di carne macinata congelata proveniente dalla Romania ed acquistate dal fornitore francese Gel Alpes di Saint Maurice-Manosque, già posto sotto attenzione da parte delle autorità transalpine.
Dunque uno scandalo, quello più generale dei cibi “contraffatti” o non in regola, che sembra estendersi. Ultimo caso è quello della Cina, le cui autorità sanitarie hanno bloccato tonnellate di cioccolato Nestlé, oltre che partite di formaggi della Kraft, bevande, dolci e passate di pomodoro – per il totale di 247 articoli alimentari e cosmetici (in particolare questi ultimi della Shiseido che ha smentito la presenza di cadmio, così come denunciato dai cinesi, in qualsiasi loro prodotto) – risultati avere eccessive concentrazioni batteriche o essere sotto i livelli qualitativi standard. Sempre dalla Cina è anche partito l’allarme per le torte al cioccolato vendute nelle caffetterie Ikea, nelle quali si è rilevata la presenza di batteri coliformi. La vendita delle torte è stata così bloccata in 23 Paesi, anche se in Italia il lotto incriminato – ha chiarito Ikea – non è mai arrivato. Infine anche l’insalata italiana è finita sotto accusa: in Germania sono state trovate tracce di topicida in cassette di lattuga provenienti da un’azienda di Angri (Salerno) mentre si allargano i controlli dopo i valori radioattivi riscontrati in alcuni cinghiali abbattuti in Valsesia. A rischio la nostra sicurezza alimentare? I prodotti in entrata alle frontiere vengono costantemente monitorati dagli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) che, nel solo 2012, hanno respinto al confine notevoli quantità di prodotti alimentari non animali provenienti soprattutto da Cina, India e Turchia.

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