La “democratica e antifascista” Margherita Hack ora vuole l’accordo Pd-grillini

19 Mar 2013 19:51 - di Girolamo Fragalà

Ha raccolto pochissimi voti Margherita Hack, candidata alle politiche nella lista di Democrazia atea, il partitino diventato famoso sul web per aver «venduto l’anima al diavolo», come scritto nelle vignette che hanno fatto il giro delle bacheche di Facebook. E ora, dopo l’arrivo di Papa Francesco che ha scosso le coscienze di tutti, anche di coloro che non hanno il dono della fede, esaltare l’ateismo non è più di moda. Forse è per questo che la Hack, dimenticando la batosta elettorale, è ritornata in scena discettando su quanto devono fare il Pd e i grillini per raggiungere un’intesa che eviti – sempre restando in campo religioso – di mandare l’Italia all’inferno, nelle mani del vero demonio che è naturalmente Silvio Berlusconi. E lei parla da sincera democratica e antifascista, come ama definirsi e come la descrive Wikipedia. In quanto tale (vantando un passato remoto tra i Comunisti italiani e un passato prossimo tra i vendoliani) sale in cattedra e dà i compiti: «Se ci fosse un minimo di buonsenso Pd e grillini, siccome hanno tanti punti in comune, dovrebbero mettersi d’accordo, fare il governo e lavorare sulle cose urgenti». Il primo punto che indica tra le priorità è – manco a dirlo – il conflitto di interesse: «Bisogna agire subito». Perché il nemico non cambia: «Berlusconi non è nemmeno candidabile». E come presidente della Repubblica? «Persone come Calamandrei, Togliatti e Moro non ce ne sono più, ma ci sono tante persone oneste. Perché no, Monti o la Finocchiaro». Bontà sua, pur di “cancellare” il centrodestra accetterebbe di spalancare le porte del Quirinale persino al tecnopremier, quello che fino a qualche giorno fa era l’amico dei banchieri e il nemico del popolo. A proporlo è proprio la Hack che, nel suo curriculum vanta anche una candidatura alle europee nella Lista anticapitalista. Non importa, si accordino tutti, ci si metta con i padroni, basta che sia cancellato il Cavaliere. E se gli operai protestano? Nessuno si preoccupi, per calmarli – secondo l’intellighenzia di sinistra – sarà sufficiente portarli in piazza a cantare Bella Ciao.

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