Il Papa lo dimostra, la gente ha bisogno di una guida unificante anche in politica

14 Mar 2013 18:28 - di Giovanni Centrella

La folla e l’entusiasmo che ha accolto il Papa appena eletto rivela quanto il popolo fatto dalla gente comune abbia bisogno di una guida unificante che parli a tutti con semplicità, spirito di servizio e forza. Una nuova guida che, fatta eccezione per il Presidente della Repubblica, manca irresponsabilmente nelle istituzioni sempre più distanti dalla realtà, nonostante si siano appena celebrate le elezioni. Questo accade non perché è uscito dalle urne un “pari merito” tra due coalizioni e un Movimento, ma perché il Parlamento non riesce ad esprimere una maggioranza capace di sorreggere un nuovo esecutivo. Persino nei rapporti tra istituzioni sono emersi dei conflitti che, senza entrare nel merito, creano incertezze in una cittadinanza disorientata dalla disoccupazione, dalle tasse, dagli stipendi che non reggono l’impatto con i prezzi e quindi da un futuro ancora illeggibile. Ma non eravamo in crisi? Non dovevamo correggere gli errori delle riforme varate con il governo Monti? Non dovevamo avere come obiettivi prioritari la crescita e lo sviluppo? No, adesso sembrerebbe di no. Tutto questo coacervo di problemi è passato in secondo piano rispetto alla necessità di una parte del Parlamento, quella che si sente la più “giusta” e meritevole, di allearsi o strategicamente o per punti. Otto o nove, non ricordo più. Si considera non meritevole di rappresentanza nel governo quella larga parte della popolazione che ha dato al Pdl quasi lo stesso voto ottenuto dal Pd. Ma questa non si tratta di una partita tra due contendenti, perché il Paese è quasi perfettamente diviso in tre, se non addirittura in quattro, considerando l’astensionismo non irrilevante. Quello che non si vuole capire, differentemente da quanto ci insegna il nostro Papa Francesco, è che coloro che governano e coloro che legiferano lo fanno per il bene di tutti.  Ed in questo particolare momento di crisi, che ha spinto un lungimirante Cardinale diventato Papa a chiamarsi come un Santo che professava povertà, umiltà, semplicità, ancora non si vuole capire che o si rema tutti dalla stessa parte o si affonda tutti quanti insieme. È da irresponsabili perdersi nelle divisioni, è mancanza di rispetto non volere capire il messaggio inviato nelle urne dagli elettori.

*Segretario Generale Ugl

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