I pm napoletani chiamano Prodi come teste sul Cav. Il Pdl: «È sconcertante. Il 23 scendiamo in piazza»

8 Mar 2013 20:44 - di Redazione

I pm di Napoli si avviano a chiedere il giudizio immediato per Silvio Berlusconi, Valter Lavitola e Sergio De Gregorio, accusati di corruzione e finanziamento illecito nell’ambito dell’inchiesta sul passaggio di De Gregorio al centrodestra per affossare il governo Prodi, e raccolgono testimonianze per completare il quadro indiziario. Per questo motivo, tra ieri e oggi, nella sede della Direzione nazionale antimafia a Roma, hanno ascoltato lo stesso Prodi, il presidente dell’Idv Antonio Di Pietro, e i senatori Anna Finocchiaro, Nello Formisano e Giuseppe Caforio.

La decisione dei pm napoletani di sentire l’ex premier ha scatenato la reazione del Pdl. Per il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri «è davvero sconcertante che si pensi di interrogare Prodi per sapere come è caduto il suo governo. Forse bisognerebbe partire dai dati elettorali del 2006, quando la coalizione di centrosinistra guidata da Prodi prese al Senato 400 mila voti in meno della coalizione di centrodestra. Il centrosinistra si fermò al 48,96 per cento, mentre il centrodestra arrivò al 50,21 per cento». Secondo Altero Matteoli «è l’ennesima prova che in Italia tra le emergenze da affrontare e risolvere definitivamente c’è la giustizia, che va riformata radicalmente. Le Procure devono rientrare nel loro alveo naturale secondo il dettato costituzionale disegnato dai nostri padri costituenti e irrazionalmente modificato sulla spinta di Tangentopoli». Matteoli ricorda che «grazie all’articolo 67 della Costituzione i parlamentari non sono vincolati nel loro mandato. È semplice ma alcuni magistrati napoletani fanno finta di non capirlo. È sconcertante, ma non possiamo più solo denunciarlo, dobbiamo riuscire a coinvolgere l’opinione pubblica e credo che ci sia nel centrodestra la determinazione per riuscirci, a cominciare dalla manifestazione indetta per il prossimo 23 marzo». Mentre  Anna Maria Bernini osserva: «Ascoltare Prodi e altri esponenti di quello schieramento sulle vicende del 2006-2008 rappresenta un pericoloso salto di qualità nella strategia del partito dei pm: il controllo giudiziario sulle scelte dei parlamentari corrisponde agli attacchi di Grillo all’articolo 67 della Costituzione che esclude il vincolo di mandato». A questo punto, chiede il portavoce vicario del Pdl: «Quando la transumanza parlamentare va da destra a sinistra si chiama scouting ed è cosa buona e giusta, mentre quando va da sinistra verso destra si chiama compravendita ed è reato?».

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