Grillo interpreta Montesquieu: «Il governo non serve, basta il Parlamento». Poi chiede la chiusura dell’Unità

28 Mar 2013 18:18 - di Desiree Ragazzi

Beppe Grillo sovverte il modello Montesquieu e in solo colpo cancella il potere esecutivo. Eppure, e lo sanno anche le matricole che frequentano la facoltà di giurisprudenza, le moderne democrazie sono fondate sulla separazione dei poteri: c’è il potere legislativo, c’è quello esecutivo e c’è quello giudiziario. Ed è altresì acquisito che il potere legislativo e quello esecutivo si condizionano e si limitano a vicenda. Ergo, la separazione dei poteri è uno dei principi fondamentali dello stato di diritto. Ma Grillo la pensa diversamente ed ecco che cosa tira fuori dal cilindro: «Se l’Italia è senza governo (in realtà è in carica Monti) ha però un Parlamento che può già operare per cambiare il Paese. Non è necessario un governo per una legge elettorale o per misure urgenti per pmi o per tagli delle Province. Il Parlamento le può discutere e approvare se solo volesse sin da domani». Grillo supera se stesso: «Le riforme possono essere discusse e approvate senza la necessità di un governo in carica». Ma quando va parlare del Parlamento mostra tutta la sua visione totalitaria: «In Parlamento vi è un esercito di soldatini di piombo senza voce, con l’eccezione dei parlamentari a 5 Stelle». Parole che inevitabilmente provocano tra gli addetti ai lavori sorrisini ironici. Chiara la risposta del costituzionalista Michele Ainis: «I governi esistono in quanto hanno una fiducia da parte delle Camere. Quando le Camere non riescono ad esprimere un governo siamo di fronte ad un classico presupposto per lo scioglimento del Parlamento». L’idea folle di Grillo arriva pure in Parlamento. «Grillo – dice Renato Brunetta  – abroga il governo. Basta il Parlamento, dice. E così il nuovo Montesquieu, ha stabilito che dei tre poteri uno, quello esecutivo, si può tranquillamente abolire. Non solo la Costituzione italiana ma la stessa idea di Stato viene riformata dal genio del blog senza bisogno di referendum o di votazioni. Un bel taglio e via i governi. Tanto poi comanda lui, in streaming». Il presidente del Senato Pietro Grasso la liquida con una battuta: «Non mi fate dire cose che non hanno né capo né coda». Mentre per Mariastella Gelmini «la proposta va respinta in modo deciso». Ma le sparate di Grillo non finiscono qui. Dopo aver lanciato la sua nuova idea di Stato va all’attacco dei giornali di partiti. E questa volta colpisce l’Unità: «Stiamo mantenendo con i soldi di tutti i contribuenti un progetto editoriale di propaganda». Immediata al replica del Cdr del giornale: «Il dissenso e la libertà di pensiero non si possono cassare come un commento sgradito o non allineato al pensiero unico di un blog».

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