Dai marò un appello alle forze politiche: «Unite le forze». Ma su Monti è sempre più bufera

25 Mar 2013 15:16 - di Bianca Conte

Il marò Massimiliano Latorre, alla partenza dall’Italia, aveva detto: «Siamo militari, abbiamo le stellette. Sappiamo obbedire, nella buona e nella cattiva sorte». Oggi, in una mail indirizzata dall’India al giornalista Mediaset Tony Capuozzo – che verrà letta integralmente nel corso della puntata di Terra! in onda questa sera su Retequattro – con altrettanta lealtà e dignità scrive: «Non ci serve ora sapere di chi sia stata la colpa, né che le forze politiche si rimbalzino la responsabilità. Quello che chiediamo ora non è divisione: unite le forze e risolvete questa tragedia». Un richiamo alla necessità urgente di trovare una soluzione alla drammaticità di una situazione, affrontata con coraggio e senso dell’onore dai due fucilieri di marina, al centro di una controversia diplomatica che, se non fosse per i risvolti tragici impressi sulle loro vite, avrebbe del grottesco. Dopo la decisione di rimpatriarli, la voce grossa fatta dalle autorità indiane e la conseguente smentita dell’esecutivo italiano che ha immediatamente rispedito a New Delhi Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: una decisione che ha messo in dubbio la credibilità del nostro Paese, e che mette a rischio le posizioni dei due fucilieri, dopo aver messo a repentaglio posizione e ruolo del nostro ambasciatore a New Delhi, Daniele Mancini. Oggi, dopo annunci e smentite, l’ennesimo capitolo di una saga infinita: mentre il sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura veniva ricevuto dal ministro indiano degli Esteri Salman Khurshid, fonti giudiziarie locali diffondevano la notizia della designazione da parte della Corte di New Delhi del giudice Amit Bansal quale responsabile del tribunale speciale “ad hoc” che dovrà esaminare la vicenda dei marò e la questione della giurisdizione italiana o indiana. Una prima, parziale rassicurazione sul caso, dunque, arriva intanto dal codice di procedura penale indiano, stando al quale il tribunale ad hoc costituito a New Delhi per giudicare i due marò non potrà, essendo presieduto da un “magistrato capo metropolitano”, infliggere una pena superiore ai sette anni. Intanto, mentre il ministero indiano degli Interni ha chiesto “chiarimenti” alla Corte Suprema a proposito del tribunale ad hoc, alimentando i dubbi e le polemiche che contribuiscono a complicare ulteriormente la vicenda legale internazionale, il Pdl sottolinea inefficacia e incongruità della strategia diplomatica del governo di tecnocrati sul caso. «I risvolti che ha assunto la vicenda dei nostri due marò dimostrano l’ennesimo fallimento di Monti e del suo governo. Monti ha fatto una figura vergognosa, ha sbagliato tutto. Hanno fatto tutto di testa loro, non ci hanno chiesto niente, si devono dimettere in gruppo», ha affermato Silvio Berlusconi. Parole alle quali hanno fatto eco quelle del segretario del Pdl, Angelino Alfano durante la riunione dei gruppi parlamentari del partito. «Quello di Monti è un comportamento vergognoso: non dobbiamo avere nulla a che fare con lui», ha dichiarato Alfano, che poi ha concluso: «Con la vicenda dei Marò Monti ha fatto una figura vergognosa. Pensate a quanti ne abbiamo portati indietro noi col governo Berlusconi!».

 

 

 

 

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