Assalto al portavalori a Roma, doppio fronte di polemiche. E il centrosinistra cade nel ridicolo

1 Mar 2013 21:34 - di Desiree Ragazzi

Scoppia la polemica a Roma dopo l’assalto al portavalori che ha visto come protagonisti l’ex-Br Giorgio Frau (rimasto ucciso) e il suo complice Claudio Corradetti, detenuto in licenza premio. Da una parte c’è il Pd romano che incredibilmente addebita le responsabilità all’amministrazione Alemanno, dall’altro ci sono i criteri adoperati dalla magistratura per concedere il premio al detenuto. A puntare il dito contro il sindaco è stato il segretario del Pd Roma, Marco Miccoli, che ha tirato fuori tutto l’armamentario demagogico senza capire che stava scivolando nel ridicolo: «Il fatto di sangue ha sconvolto Roma. I proclami elettorali e i programmi della destra nelle elezioni del 2008 si sono dimostrati un epico fallimento». Senza ritegno. Immediata la replica di Giorgio Ciardi, delegato del sindaco alla Sicurezza: «Invece di orchestrare polemiche di parte per raccontare una Roma che esiste soltanto nella loro testa, facciamo notare come simili avvenimenti siano scongiurabili solo ricorrendo alla veggenza o alle sfere di cristallo». Quindi, ha detto Ciardi «ogni polemica su un tema serio come questo è dunque fuori luogo, nessuno di noi è intenzionato ad abbassare la guardia su questo tema fondamentale per i cittadini, con buona pace di chi non sa far altro che creare insulsi allarmismi di parte». Dal canto suo, il capogruppo di Fratelli d’Italia al Campidoglio, Federico Mollicone, ha aggiunto che «le rapine sono un fenomeno residuale a Roma, piuttosto aspettiamo il risultato delle indagini sul bandito deceduto, appartenuto alle Br, per capire se si tratti di una semplice rapina o di un gesto finalizzato a finanziare una nuova rete terroristica». Per quanto riguarda la vicenda del detenuto in permesso premio, va ricordato che Corradetti stava scontando una condanna a vent’anni nel carcere di Sulmona. Sul suo permesso premio è intervenuto il ministro della Giustizia, Paola Severino che ha disposto, tramite l’ispettorato, accertamenti preliminari in merito alle decisioni assunte dai magistrati di sorveglianza del Tribunale dell’Aquila. L’obiettivo è quello di verificare se aveva i requisti per poter godere della misura o se sono state commesse leggerezze da parte dei magistrati. Ma la sinistra di questo caso non ne parla.

 

 

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