8 Marzo, rispetto e dignità delle donne vengono prima di ogni altro diritto

8 Mar 2013 14:22 - di Giovanni Centrella

Nella Giornata internazione dedicata alle donne non posso, né voglio, sottrarmi a questo rito. Non sono un femminista, ma credo di dovermi impegnare in prima persona contro la violenza sulle donne che continua a crescere, persino all’interno delle famiglie. La violenza, privata o pubblica, innesca un circolo vizioso che porta all’odio, ad un disagio profondo nel rapporto tra donne e uomini. Si riverbera sui giovani, sui figli, sugli anziani, trasformando il mondo in cui viviamo in un posto sempre più insicuro. Non ho mai creduto che l’equilibrio della società sia nel rendere una parte più forte dell’altra. Non ho mai creduto alla necessità di dover rivendicare una maggiore intelligenza o sensibilità delle donne rispetto agli uomini, perché è un dato di fatto, quindi non può rappresentare un obiettivo. La vera conquista semmai è riuscire a portare femminile e maschile ad un solido punto di equilibrio in tutti i momenti della nostra vita. Dunque occorre sensibilizzare il maggior numero di individui su un problema che può distruggere il collante di qualsiasi società, composto da un mix tra rispetto e solidarietà. Ecco perché in occasione dell’8 Marzo l’Ugl, con  il Dipartimento per la Famiglia, per le Politiche dei diritti e delle Parti opportunità, ha deciso di ribadire il suo “No alla violenza sulle donne. No a tutte le discriminazioni che ne limitano la libertà”.

Abbiamo deciso di aprire le porte della nostra Confederazione per un dibattito al quale hanno presenziato Renata Polverini e un consesso qualificato di donne, tra cui nostre validissime sindacaliste, per confrontarci su un tema che va al di là della nostra principale missione, il lavoro. Il nostro dovere di sindacalisti lo facciamo ogni giorno e continueremo a farlo chiedendo, ad esempio, un credito di imposta per le nuove assunzioni di donne giovani e over 50, per l’introduzione del quoziente familiare, per la conciliazione tra i tempi del lavoro e della famiglia. Ma un’occupazione per quanto qualificata non può bastare se quello che manca è il reciproco rispetto, il reciproco riconoscimento della dignità.

*Segretario Generale Ugl

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