Se vince il centrosinistra sarà come ai tempi di Prodi, parola di “Financial Times”

18 Feb 2013 15:59 - di Gabriele Farro

Nelle imprevedibili elezioni italiane «aspettatevi l’inaspettato». È questo il titolo del commento di Wolfgang Munchau sul Financial Times a una settimana dal voto. «Un risultato a sorpresa è possibile, in qualsiasi direzione», scrive l’editorialista del più importante giornale economico-finanziario del Regno Unito, anche se «il risultato più probabile sarà quello di una litigiosa maggioranza di centrosinistra». «Gli ultimi sondaggi – scrive il quotidiano della City – prevedono una risicata maggioranza per l’insieme delle forze dei Democratici e della coalizione centrista guidata da Mario Monti. Ma se i sondaggi sono corretti –  avverte Munchau – l’Italia è destinata a ripetere in pratica l’esperienza di Prodi» del 2008. Comunque vada, sostiene l’editorialista dell’Ft, «sospetto che la destra emergerà come il grande vincitore di queste elezioni: sia che Berlusconi ottenga un improbabile trionfo, sia che la destra si riunisca ed emerga in una potente opposizione anti-austerità e anti-euro di fronte a un governo fragile e diviso. Dopo le prospettive connesse a una possibile vittoria dello schieramento di centrosinistra, Munchau passa a esaminare  l’operato del governo Monti e sono botte da orbi anche  per il Professore. «L’entità del crollo della crescita del Pil italiano – sostiene – è chiaramente il risultato delle politiche di austerità di Mario Monti,  imposte su un’economia già in recessione quando entrò in carica». L’editorialista del Financial Times chiude così il secondo dei suoi interventi sul governo del tecnici. Già lo scorso gennaio, infatti, aveva sottolineato che  Monti «non era l’uomo giusto per guidare l’Italia». Una bocciatura in piena regola che Renato Brunetta, coordinatore dei dipartimenti del Pdl, commenta affermando che è chiaramente fondata, visto che il tecnopremier lascia il Paese «nella peggiore recessione che la memoria umana possa ricordare. L’economia italiana nell’ultimo trimestre del 2012, l’anno del Professore, ha subito una decrescita del 3,6%». «La portata della caduta del Pil – fa notare Brunetta – non può che derivare dalle politiche di austerità che Mario Monti ha imposto a un Paese già in crisi. La migliore previsione che si possa fare circa  il successo dell’avventura apolitica di Monti a oggi è che il Professore arrivi quarto nella competizione elettorale. Cioè ultimo. Se lo dice il Financial Times c’è da crederci».

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