Quirinale, è già partito il totonomi

5 Feb 2013 21:27 - di Redazione

Pierferdinando Casini e Marco Pannella aprono, con ampio anticipo, il confronto sul futuro capo dello Stato, che dovrà essere eletto a maggio dal nuovo Parlamento. Hanno lanciato rispettivamente Romano Prodi e Franco Marini rendendo pubblici “boatos” che girano nei Palazzi romani. Ma l’esito reale di quel voto è ovviamente legato a quello delle politiche di fine mese. “Tra i tanti candidati al Quirinale – ha detto oggi Casini – credo che Romano Prodi qualche possibilità ce l’abbia, con la tipologia di Parlamento che uscirà”. Pannella ha fatto il nome di Franco Marini chiedendo che Napolitano venga “processato”, mentre ieri Monti aveva lanciato l’idea di un suo bis (tesi appoggiata anche da Gianfranco Fini).  Ma il toto-Presidente deve partire da chi vincerà le elezioni, dato che ad eleggere il Presidente della Repubblica saranno i parlamentari. Ed oltre a ciò conta il “quadro politico”, cioé il sistema di alleanze post elettorali. Specie se uscirà un Senato con una maggioranza risicata o, peggio, privo di una maggioranza chiara, l’altra istituzione di “governance”, cioè il Quirinale, dovrà essere stabile ed affidabile verso i partner europei. In tutto ciò, in caso di vittoria del centrosinistra, e ascesa di Pier Luigi Bersani a Palazzo Chigi, Prodi “avrebbe chance” vista la reputazione di cui gode a Bruxelles e a Berlino. Inoltre un cattolico compenserebbe un ex comunista che guida il governo. Sembrano in ribasso, al momento, le chance di Giuliano Amato.

Bersani oggi ha nuovamente aperto a Monti, ma per il Professore si potrebbero aprire anche altre strade, secondo
diversi boatos, in un nuovo governo a guida Bersani. La figura di Marini, lanciata da Pannella, potrebbe invece essere un segnale di apertura a Berlusconi, visto che l’ex presidente del Senato, da bravo ex sindacalista, ha sempre mantenuto un canale di confronto con il Cavaliere. Nei giorni scorsi Antonio Ingroia ha lanciato l’idea di un costituzionalista, ed ha fatto il nome di Gustavo Zagrebelsky. Ma al di là del nome di quest’ultimo (nei boatos anche quelli dei cattolici Federico Mirabelli e Ugo De Siervo), un giurista uscirebbe solo in caso di un Parlamento non in grado di costruire convergenze istituzionali: sarebbe un Presidente della Repubblica “tecnico”, ipotesi difficile da prevedere. Ha invece proposto di eleggere una donna Roberto Maroni, candidando Anna Finocchiaro.

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