Pil a picco, per l’Italia è il dato peggiore dal 2009. La cura Monti non ha funzionato

14 Feb 2013 14:29 - di Redazione

È il peggior dato dal primo trimestre del 2009 (Pil a -2,8%), quando arrivò in Europa l’ondata del fallimento di Lehman Brothers. La contrazione del Prodotto interno lordo (-o,6) riguarda tutta l’Eurozona ma l’Italia ha la maglia nera. Lo rivelano gli ultimi dati Istat: nel 2012 il nostro Pil, corretto per gli effetti di calendario, è diminuito del 2,2% rispetto all’anno precedente. Il dato comparato con le stime del governo sarà invece diffuso dall’Istituto il primo marzo. La brutta notizia ha colpito anche  Piazza Affari: il Ftse Mib si è appiattito sulla parità (-0,01%). «Un calo che ci aspettavamo ma non per questo meno allarmante che sottolinea la necessità di una politica per la crescita che faccia riprendere anche il mercato interno – è la nota di Confesercenti – il crollo dei consumi degli italiani (-35 miliardi), dovuto alla crisi e alle misure di austerity fiscale ha inciso su un’economia già debole». Per Angelino Alfano i responsabili hanno un nome e un cognome: «Addebitiamo la responsabilità del crollo dell’economia a una scelta di austerità che non è stata accompagnata dallo sviluppo e dall’equità». Nel suo tour emiliano a Piacenza, il segretario del Pdl ha detto di aver parlato con Sangalli, presidente di Rete Imprese Italia, che gli ha fatto presente «il dramma delle imprese che chiudono e quanto l’economia sia stata danneggiata dal crollo dei consumi determinato a nostro avviso anche dalla scelta di Mario Monti di imporre l’Imu». I numeri parlano chiaro: i consumi sono crollati, il debito pubblico è cresciuto, l’economia non è in stagnazione ma in recessione». Non è più tenero il partito di Ingroia, «oggi il professor Monti si reinventa profeta prevedendo che, grazie alle sue riforme, il Pil aumenterà del 6% in cinque anni. Peccato che non sia riuscito a prevedere che, durante il suo governo, il Pi sarebbe calato di oltre il 3%. Troppo facile farlo ora, in campagna elettorale, visto che la prova si avrà soltanto fra sei anni», dichiara il dipietrista Antonio Borghesi candidato con Rivoluzione civile. I dati diffusi dall’Istat «dimostrano che la stima di crescita per la fine del 2013 prevista dal governo (e ancora oggi sbandierata da Monti) è a dir poco sballata, per non dire che ha del miracoloso. Un miraggio, insomma», si legge nel comunicato di Codacons. Per l’associazione dei consumatori la cosa più grave «è che non c’è un settore dell’economia italiana che stia reggendo alla crisi, dall’agricoltura ai servizi il calo è generalizzato. Infine l’Italia, che stava già peggio nei fondamentali rispetto alle altre nazioni europee, continua a perdere posizioni rispetto a paesi come Francia o Regno Unito». Il prossimo governo dovrebbe partire con un dl salva-ceto medio, oggi diventato ceto povero.

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