L’equazione di Silvio: «Votare Grillo equivale a mandare Bersani a Palazzo Chigi»

20 Feb 2013 21:41 - di Redazione

«Bisogna opporsi alla marea  montante guidata dal signor Grillo che è un capace interlocutore delle folle e sta portando la gente a pensare di picconare la politica mandandoli a casa, mentre manderà Bersani e Vendola al governo. È una politica solo distruttiva non c’è nulla di costruttivo. Questo è un vero pericolo. Grillo è un rischio grande per il nostro paese». Silvio Berlusconi a Porta a Porta mette in guardia gli italiani sul pericolo di un boom del Movimento 5 Stelle, pur dicendosi ottimista sul risultato finale. «Io sono certo che vincerò, arrivare terzo è ipotesi assolutamente irrealizzabile». Per il leader Pdl,  «quando si apriranno le urne tutti i sondaggi saranno lontani dalla verità prenderemo molti più voti in più di quelli che oggi ci vengono attribuiti. Lo dico per la qualità degli altri competitor, ma anche perché gli indecisi che si troveranno davanti alla scheda vedranno che c’è il Pdl che promette di toglier le Imu e non mettere la patrimoniale. Si vota con la testa e anche con la tasca quindi credo che vincerà il Pdl».

Per l’occasione Bruno Vespa ha ripescato la scrivania sulla quale venne firmato il contratto con gli italiani nel 2001. Ritrovata in uno scantinato di viale Mazzini ed esposta alle telecamere come un cimelio. E il leader Pdl ha commentato tra il serio e il faceto: «Dovrebbe essere un oggetto di culto perché gli impegni che ho firmato lì sono stati realizzati».  In particolare sul tema delle tasse, Berlusconi ha spiegato che in base al programma “Equitaliagiusta”  composto da 8 punti, gli interessi sulle tasse non pagate non saranno al 9% ma quelli applicati dalle banche «che sono più bassi».

Non manca qualche frecciatina a sinistra e centristi. Prima a Bersani: «Gli attacchi sono la conferma che abbiamo ragione, dare degli imbroglioni ai competitor è nello stile comunista dei toni minacciosi», reagisce l’ex premier all’accusa del Pd di essere un imbroglione. Poi alla coalizione montiana che, secondo il Cavaliere, non avrà neanche un parlamentare. «È una previsione. Non ho citato i sondaggi dico che ci sono delle probabilità per cui Fini, Casini e Monti non riescano ad entrare in Parlamento».

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