Italia alla deriva, nessuno al comando

26 Feb 2013 18:38 - di Marcello De Angelis

Inizia il semestre bianco, periodo in cui alcune funzioni del Capo dello Stato sono sospese in attesa che il nuovo Parlamento  si esprima su un nuovo Presidente della Repubblica. Oggi, quindi, l’Italia è priva di un vertice dello Stato – seppur pletorico – e a giudicare dalle operazioni che stanno portando avanti alcuni magistrati, è in corso un’operazione di frammentazione degli asset economici e industriali  strategici del nostro Stato e di azzoppamento degli apparati di sicurezza. Siamo, come è ovvio a tutti, in assenza di una maggioranza parlamentare e privi di un governo che, anche quando fosse formato avrebbe credibilità e tenuta molto scarsa. Le dimissioni del Papa hanno privato la nostra nazione, che è pur sempre il luogo dove si colloca il centro della Chiesa, di un’autorità morale identificabile. Chi guarda oltre il dato puramente confessionale ed è consapevole del fatto che il Vaticano è anche una potenza geopolitica ed economica non può non percepire la dimensione del problema. La Chiesa d’altronde è scossa anch’essa da una crisi politica evidente che, nel caso italiano l’ha portata a fare investimenti su partiti e politici che non sono risultati credibili e anziché dare nuova unità al mondo cattolico l’hanno indebolito. Se l’ultima fase del governo Berlusconi è stata identificata come un momento di debolezza estrema che ha attirato su di noi gli attacchi sciacalleschi della speculazione finanziaria mondiale, possiamo facilmente intuire che il prossimo semestre attirerà pericoli peggiori. L’azienda italia, di cui Monti era stato chiamato a fare una terribile ristrutturazione, anche grazie alla sua superba incapacità rischia ora di andare verso la rottamazione. E le potenze vicine – le nazioni e gli stati veri – sono in agguato per spartirsi il cadavere. L’Italia, senza una guida, non saprà come e da chi difendersi. A meno che qualcuno non pensi seriamente che la guida in questione possano essere Grillo e Casaleggio. Quando si scherza si scherza, ma quando si gioca con la sopravvivenza dei nostri figli lo scherzo non fa più ridere.

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