Dario Fo lo conferma: Beppe Grillo è l’ultimo baluardo della sinistra

20 Feb 2013 18:20 - di Guido Liberati

Dario Fo che diventa testimonial di Beppe Grillo è una notizia vecchia. Il filo rosso che accomuna il premio Nobel con il comico genovese è di antica data. Può rimanere sorpreso solo chi non ha mai seguito le vite parallele dei due artisti, nati comici, diventati capipopolo, accomunati da censure (vere, presunte o millantate).  Tra Grillo e Fo c’è sempre stata reciproca stima e soccorso. I due vanno a braccetto da tempi non sospetti. Le cronache del 25 aprile 2001 li citano tra gli ospiti di onore a Milano, nell’incontro-spettacolo dal titolo “Appunti partigiani”. La manifestazione per la festa della Liberazione (ai tempi del governo di centrosinistra, Amato premier). I due si sono sempre sostenuti vicendevolmente: Grillo che in un monologo equiparò (in maniera improvvida) i morti per smog con gli ebrei morti nelle camere a gas trovò tra i pochissimi artisti a difenderlo proprio l’autore di Mistero Buffo. Allo stesso modo, quando Dario Fo presentò nel 2005 la candidatura-provocazione come sindaco di Milano, il comico non esitò a sostenerlo. «Io mi schiero con lui – scrisse sul suo blog – un uomo onesto, intelligente…Dario per migliorare Milano è perfetto». Otto anni dopo, l’ottantaseienne attore milanese restituisce la cortesia invitando a votare il Movimento 5 stelle. Molto più che un endorsement. Alla vigilia delle elezioni politiche Dario Fo con un’intervista all’Unità annunciava il solito voto antiberlusconiano e nel nome dell’antifascismo. Prendiamo le ultime due: 9 aprile 2006, all’allora quotidiano di Botteghe oscure, in una dichiarazione congiunta con Franca Rame: «Votiamo per la sinistra, senz’altro, non c’è altra soluzione. Chi dubita lo fa senza ragione». Idem il 13 aprile 2008 (intervistato da Toni Jop): «È un referendum sì o no… su Berlusconi. Non si può che andare a vedere le carte e se si vuole farlo non c’è che da votare, almeno alla Camera, per Veltroni, per il Partito democratico. Così farò io. Per il Senato vedrò, ma qualunque cosa faccia devo essere certo che nemmeno un voto si disperda…». Cinque anni dopo, si schiera invece per il Movimento 5 Stelle. Delle due l’una: o Dario Fo non è più di sinistra o i grillini sono l’ultimo baluardo della sinistra.

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