Spiegate a Monti che dalle mucche macellate non si tira più latte

12 Gen 2013 20:25 - di Marcello De Angelis

I soldi non si moltiplicano, si spostano. Almeno nel breve periodo. In Italia, da decenni, ha più o meno funzionato un sistema economico che ha indebitato lo Stato consentendo malgrado tutto alle famiglie di dotarsi di risparmi e beni-rifugio come la casa. La disoccupazione fisiologica era intorno al 7 per cento ma c’era l’economia sommersa, che comunque sosteneva i consumi. Quindi alla fine c’era un gettito fiscale congruo e stabile. Quel genio di Monti è arrivato e – tronfio come pochi – convinto forse legittimamente di avere a che fare con un popolo idiotificato dall’informazione cialtrona, ha comunicato che in pochi mesi avrebbe messo a posto i conti dello Stato. E ha fatto l’unica cosa che un economista serio e responsabile non avrebbe mai fatto: ha drenato fino all’ultima goccia le riserve dei cittadini. Solo di tasse sulla casa ha incassato 41 miliardi. Bravo, peccato che così ha mandato in tilt il mercato immobiliare – storico volano dell’economia interna – e ha cancellato il ricorso e l’accesso ai mutui. Ha portato al 70% la pressione fiscale sulle aziende, portando al record storico la cassa integrazione e la serrata delle imprese. Così non ci saranno più buste paga su cui apporre le tasse e stipendi da spendere: quindi ancor meno consumi – e quindi minore riscossione dell’Iva – meno produzione e quindi meno Pil e così via cantando. E finiti i soldi per la cassa integrazione ci sarà un nuovo tsunami. Il “professore” ha come prima cosa aumentato il costo dell’energia, quindi in Italia produrre e trasportare costa di più che ovunque altro, così ha ammazzato anche le esportazioni oltre ai consumi interni. Le banche hanno le casse piene, lo spread è sceso, il bilancio dello Stato è artificialmente salito. Ma dall’anno prossimo anche il gettito fiscale crollerà, perché non ci saranno più lavoratori e imprese a pagare le tasse, famiglie che consumano, che comprano auto o anche solo che possano restituire alle banche i soldi dei prestiti e dei mutui. Meno tasse invece fanno crescere la produzione, l’occupazione, il Pil, i consumi e quindi, alla fine, il gettito fiscale. Ma queste banalità alla Bocconi evidentemente non le insegnano.

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