Le coccole di “Chi” a Ingroia. D’Alema furioso con gli estremisti di Rc

24 Gen 2013 17:43 - di Redattore 54

Che Rivoluzione civile sia un problema per il Pd ormai lo sanno tutti, e il progressivo spostamento a sinistra di Bersani (dagli F35 alla strenua difesa della Cgil) conferma che a largo del Nazareno stanno pensando a quali contromisure adottare per frenare l’ascesa degli “arancioni” di Ingroia e De Magistris. Ma il problema è monitorato anche nel campo avverso, dove accade che il settimanale mondadoriano Chi, diretto da Alfonso Signorini, adotti l’ex pm Ingroia per fargli ribadire che il nemico non è il Cavaliere ma Monti. Tra Silvio e l’ex pm del resto c’era già stato il siparietto negli studi di La7, il saluto con gesto delle manette, Ingroia che concede uno dei suoi rari sorrisi… ed ecco che Signorini sfrutta l’immagine del magistrato antimafia per posizionarlo contro Monti e fargli dire che Berlusconi, invece, è “spiritoso come sempre”. Chi ospita addirittura uno speciale su Ingroia, con le foto dell’ex pm con la moglie e con i figli. Quello che ci vuole per mitigarne il rigore giustizialista e per rafforzare lo strambo asse elettorale che vede in questa campagna la destra berlusconiana e la sinistra radicale nella stessa trincea contro Monti e i suoi amici banchieri. Un ritratto versione borghese opposto a quello che di Ingroia vuol dare il settimanale di sinistra Gli Altri, al quale il magistrato confessa che da giovane era un capellone con l’eskimo. A ciascuno la sua icona, insomma.

E la sinistra-sinistra di Rc risulta per Massimo D’Alema talmente irritante da esternare con sprezzo la sua disistima: “Un guazzabuglio – osserva D’Alema – di tutti i partitini estremisti che abbiamo conosciuto nel corso di questi anni e che hanno creato tanti danni alla sinistra. Abbiamo avuto anche l’occasione di essere al governo con loro e abbiamo visto quanta fragilità e incertezza hanno dato al Paese”. Anche Bersani bacchetta il capo di Rc: “Il nemico è Berlusconi, non Monti”.

D’Alema non è stato tenero ma il suo giudizio non è infondato: il partito del procuratore Ingroia raccoglie in effetti giudici, centri sociali, no Tav, ecologisti, grilli delusi, pacifisti, l’ex popolo viola e persino nostalgici delle Br e si presta a traghettare in Parlamento personaggi che con l’Idv, Rifondazione e Verdi mai avrebbero varcato il portone di Montecitorio. Una scelta che è costata ad Ingroia l’addio di numerosi intellettuali e da ultimo di Salvatore Borsellino per il quale Rivoluzione civile “ha aggregato partiti in putrefazione”. La guerra a sinistra continua senza esclusione di colpi ed è diventata ormai una costante della campagna elettorale, con De Magistris che a D’Alema risponde così: “È sempre stato un po’ insofferente davanti a giudici dalla schiena dritta”. Per poi giungere al nodo vero: “Bersani dica adesso con chi vuole allearsi dopo…”. Più diretto il verde Angelo Bonelli: “Chi vota Bersani vota Monti”. Un messaggio che a sinistra, purtroppo per il Pd, trova ogni giorno convinti seguaci.

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