Comi e Carfagna statiste, come la Thatcher e la Clinton. Grazie a Ingroia e Santoro…

25 Gen 2013 10:45 - di Luca Maurelli

Al cospetto del Mullah Ingroia con la barba, che arrancava nella sintassi e sembrava confondere Mps con un discount senese, le belle senza primarie del Pdl, Laura Comi e Mara Carfagna, sono apparse immediatamente statiste di spessore internazionale. Non rinunciando a spalancare gli occhioni fashion ma esibendo anche prove certe, di esistenza in vita, di cervelli politicamente formati, senza necessità di risonanze magnetiche. Nella diretta twitter, tra ironie e riflessioni serie, ieri sera i paragoni si sprecavano: Mara come la Thatcher, Laura come la Clinton, ma in alcuni ragionamenti, incalzate dal talebano, le due esponenti del Pdl hanno ricordato a tratti anche il decisionismo della Merkel e l’austerità della Iotti. Si scherza, eh. Ma comunque un successone.  Che pone un quesito. Fu solo merito delle due “silvine”, componenti illustri della pattuglia di belle “candidate dal capo”, oggetto per anni di frizzi, lazzi, cattiverie e sessismo maschilista di sinistra? In parte sì. Laura e Mara sono andate nella fossa del Santoro con gli anfibi, non certo con i tacchi a spillo. Ma sulla rete il giudizio è quasi unanime: la loro buona performance televisiva a Servizio Pubblico, (un altro colpaccio fuori casa del Pdl, dopo quello di Berlusconi) è stato agevolato soprattutto dal talebano Ingroia, che ha opposto i suoi automatismi dialettici, fondati sui tipici sillogismi del  giustizialiamo travagliano – io ti indago, tu sei assolto, ma tanto sei colpevole lo stesso –  a un effluvio di argomenti del duo “bellezza”, entrambe ben attrezzate per fronteggiare il  “cave canem” di Santoro,  preparate come studentesse alle prese con l’esame di maturità. E colpo su colpo, non appena il dibattito s’è spostato dalle elucubrazioni giudiziarie ai temi concreti, come i voti, le banche e il Pil, Comi & Carfagna hanno tirato fuori le unghie,  talvolta recitando a pappardella, ma dimostrando di capirci qualcosa, al cospetto di un valoroso magistrato antimafia che però, si è capito, avrebbe difficoltà a gestire anche i millesimi di una riunione di condominio a Testaccio.  Figuriamoci il Paese. Quando il duello s’è fatto anche cattivello, poi, Laura e Mara hanno strappato perfino i sorrisi della talebanissima platea santoriana. Ingroia cerca di zittire la Carfagna, lei gli si rivolta contro come una dolcissima iena: «Calmina lo dirà a sua sorella. Se ce l’ha…». E in tanti, a quel punto, hanno sorriso, perfino in Guatemala.

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