Blitz contro Casapound. Di Stefano: «L’antisemitismo ci fa vomitare»

24 Gen 2013 19:09 - di Redazione

L’inchiesta sull’estrema destra di Napoli, che coinvolge il movimento Casapound guidato da Gianluca Iannone, si arricchisce di ulteriori particolari. Dalle intercettazioni telefoniche contenute nell’ordinanza di custodia cautelare emergerebbe a carico degli indagati la progettazione di un attentato incendiario ai danni del negozio di un orefice ebreo e di una violenza sessuale contro una ragazza, anch’essa ebrea. Dalle frasi riportate tuttavia non è possibile comprendere se si tratti solo di battute di pessimo gusto o di una vera e propria macchinazione. L’operazione è scattata nelle province di Napoli, Salerno e Latina. I destinatari delle misure cautelari sono accusati, tra l’altro, di banda armata, detenzione e porto illegale di armi e materiale esplosivo, lesioni, aggressione a pubblico ufficiale e riunione non autorizzata in luogo pubblico, progettazione e realizzazione di attentati con lancio di bottiglie incendiarie contro un centro sociale di Napoli, manifestazioni non autorizzate presso la Facoltà di Lettere a Napoli, aggressioni di tipo “squadrista” contro avversari politici e sistematico indottrinamento di giovani militanti all’odio etnico e all’antisemitismo. Il ministro della Giustizia Paola Severino ha commentato la notizia affermando di provare “sdegno e ribrezzo”.

Casapound ha organizzato nel pomeriggio una conferenza stampa sugli arresti. Simone Di Stefano, candidato premier del movimento che ha presentato liste per la Camera e il Senato, ha parlato di un attacco congegnato ad hoc per “screditare il movimento”. Di Stefano ha quindi spiegato che delle cinquanta perquisizioni avvenute solo trenta hanno riguardato Casapound e tutte hanno avuto esito negativo. “I nostri ragazzi hanno raccontato che non trovando nulla i carabinieri hanno provato a sequestrare perfino i libri di storia del liceo”. Dopo cinque anni di intercettazioni gli arresti sono arrivati a ridosso delle elezioni e hanno portato ai domiciliari per la coordinatrice regionale di Cp Emmanuela Florino. Di Stefano ha poi precisato che “Casapound ha sempre avversato il razzismo e l’antisemitismo che – ha aggiunto – ci fanno vomitare come le inchieste ad orologeria e i magistrati in politica”.

Sul blog Fascinazione di Ugo Maria Tassinari viene riportata poi la notizia che metà degli arrestati nel blitz non appartiene più a Casapound ma è vicino al movimento politico Militia. In carcere sono finiti Enrico Tarantino e Giuseppe Savuto. Ai domiciliari Emmanuela Florino, Aniello Fiengo, Giovanni Senatore, Giuseppe Guida e Massimo Marchionne; obbligo di dimora per Raffaele Palladino, Andrea Coppola e Alessandro Mennella.

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