Alemanno: «Quando quel signore ha vinto l’appalto io non ero ancora sindaco»

26 Gen 2013 20:15 - di Redazione

«C’è un magistrato molto determinato, c’è la volontà di andare avanti. Lasciamo lavorare la magistratura, ma bisogna evitare di trasformare tutto questo in una battaglia mediatica». Così Gianni Alemanno, nel corso di una conferenza stampa indetta per ribattere punto su punto in merito all’inchiesta romana sulla tangente da 600 mila euro che avrebbe accompagnato la commessa da 20 milioni di euro per la fornitura di 45 bus ad una società controllata dal Campidoglio. Le verifiche disposte dalla procura portano in Svizzera e sono già partite le relative rogatorie.

Tutto passa attraverso la verifica dell’attendibilità delle dichiarazioni dell’imprenditore Edoardo D’Incà Levis. Oggi il sindaco di Roma ha sottolineato che «l’amministrazione non poteva avere influenza su questa gara». Di certo è «una situazione che non può riguardare la nostra amministrazione. Su questa vicenda Roma e Roma Capitale non c’entrano nulla. Il dato centrale che ho il dovere di comunicare: il bando di gara viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale nel 2008. Il bando di gara è stato fatto da altri, la nostra amministrazione non c’era. Inoltre la presentazione dell’offerta scadeva alle ore 12 del 28 aprile 2012. Non era neppure cominciato lo scrutinio delle schede. Io non ero ancora stato eletto sindaco di Roma».

Alemanno ha poi sottolineato il meccanismo ad orologeria delle dichiarazioni: «Nel giorno in cui esplode lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena e sta per saltare l’intero sistema finanziario che da sempre sorregge la sinistra italiana, si aggrappano all’ultimo degli appigli che trovano per attaccare la nostra amministrazione».  Insomma, «dopo averle provate tutte sul piano della diffamazione, dell’insulto e dei teoremi giornalistici, adesso sferrano il loro ultimo attacco proprio nel giorno in cui inizia la campagna elettorale per le elezioni politiche e regionali. I signori Gentiloni e Sassoli non si illudano – avverte Alemanno – non riusciranno con questi metodi a diventare sindaci di Roma».

L’imprenditore Edoardo D’Incà Levis, che aveva parlato della tangente sull’appalto di 42 bus, intervistato dal Tg3 ha ammesso di non avere mai conosciuto Alemanno. «In trattativa finale – racconta l’imprenditore – Ceraudo (ex dirigente di Finmeccanica, ndr) mi disse ‘abbiamo bisogno di una mazzetta, altrimenti perdiamo la commessa’. Che cosa si fa, che cosa bisogna fare a questo punto? Non è etico dirlo, però molto spesso ci si trova in questa situazione».  «Per segreteria di Alemanno – ha aggiunto – io non so cosa intendesse Caraudo… se è una persona vicina ad Alemanno, è piuttosto generico. Io non chiesi, ho imparato sempre a non fare troppe domande. Poteva essere chiunque. Non ho mai incontrato il signor Alemanno, non ho nulla contro di lui. Dice la verità il sindaco quando dichiara che non mi ha mai conosciuto, né mai ho conosciuto le persone vicine ad Alemanno».

Dal Pdl è giunta piena solidarietà ad Alemanno: «Siamo al suo fianco», dice il segretario Angelino Alfano. E per il candidato alla Regione Lazio Storace «è evidente che si è costruita una bolla mediatica sul comune di Roma e ha fatto bene Alemanno a rispondere allo sciacallaggio della sinistra. La prossima volta siano più prudenti».

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