Alemanno: da “Repubblica” accuse false e diffamatorie, stop alla strategia delle menzogne

18 Gen 2013 19:50 - di Priscilla Del Ninno

La verità di dati, cifre e documenti è l’efficace antidoto alla politica dei veleni con cui il sindaco di Roma replica all’inchiesta de La Repubblica dal titolo “I mille consulenti di Alemanno”. La forza dei fatti, e una denuncia presentata contro il quotidiano, gli strumenti utilizzati dal primo cittadino della capitale per contrastare la macchina del fango messa in moto contro di lui, e dimostrare fattivamente l’inconsistenza delle teorie assurde sostenute dal giornale diretto da Ezio Mauro. «L’amministrazione di Roma Capitale ha già dato mandato all’avvocatura capitolina di denunciare la testata per le accuse false e diffamatorie riportate nel testo», mette al corrente nelle prime ore del pomeriggio una nota diffusa dal Campidoglio; quindi, di lì a breve, la spiegazione: puntuale, precisa, argomentata, affidata ad un video pubblicata da Alemanno sul suo blog. «Questa mattina sono rimasto sconvolto leggendo i giornali. Invito i cittadini romani a reagire a questa strategia di menzogne». Poi, ribattendo alle accuse pubblicate in prima pagina su Repubblica, l’inquilino del Campidoglio smonta punto per punto le tesi false e calunnianti del quotidiano, ed entrando nel merito degli addebiti – secondo cui sarebbero stati utilizzati 20,7 milioni di euro in due anni per i soli consulenti – il sindaco spiega: «Le consulenze reali, secondo il bilancio certificato e approvato dal collegio dei revisori dei conti ammontano, in due anni, a 299.735 euro, 152.737 nel 2012. Mentre, durante l’amministrazione del mio predecessore Veltroni, nel 2007 erano di 1.839.405 euro». E dopo le cifre, Alemanno non ha nessun problema ad elencare i destinatari: «Nel 2011 i soldi vengono dati a tre persone – spiega il sindaco – oltre all’Inps e all’ordine dei geologi, per consulenze tecniche; nel 2012 a 9 persone e 3 istituti, cioè Inps, Vigili del Fuoco e Croce rossa italiana: quindi, non un esercito di mille consulenti ma, in totale, 12 persone e 4 istituti». Poi, sferrando l’ultimo colpo per smantellare il teorema accusatorio architettato dal quotidiano, Alemanno sottolinea la forzature nell’incrocio di dati non assimilabili, e denuncia come l’articolo consideri «consulenze tutti i rapporti di lavoro autonomo a vario titolo svolto per Roma Capitale. Ma all’interno di questi rapporti – specifica il primo cittadino – le consulenze rappresentano una quota residuale. Per la maggior parte si tratta di prestazioni professionali e di lavoro autonomo, molte delle quali obbligatorie per legge». E il castello di carte di Repubblica crolla sotto il peso della verità di documenti e numeri.

 

 

 

 

 

 

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